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L’anello spezzato, il Conclave, il nuovo Papa: cosa succede ora

Gli appartamenti papali subito sigillati. I rintocchi delle campane. La “sede vacante”. Così la Chiesa si prepara al successore di Bergoglio

papa bergoglio © Olga Lioncat tramite Canva.com

Papa Francesco è morto lunedì 21 aprile 2025, presso Casa Santa Marta a Roma. A comunicare la notizia è stato il cardinale Kevin Joseph Farrell, Camerlengo, che ha dichiarato: «Alle 7.35 il Vescovo di Roma è tornato alla casa del Padre». È iniziato così il cerimoniale che accompagna la scomparsa di un Pontefice, accumulatosi nei secoli e profondamente simbolico.

Il primo passo del protocollo prevede l’accertamento formale della morte, affidato al Camerlengo, una figura centrale durante il periodo di “sede vacante”. Tradizionalmente, il Camerlengo avrebbe chiamato il Papa per nome tre volte, toccandone la fronte con un martelletto cerimoniale, pronunciando poi la frase in latino “Vere Papa mortuus est”. Oggi questa pratica è stata sostituita da un certificato medico ufficiale, firmato dal Camerlengo stesso.

La comunicazione al mondo e i simboli del lutto

Subito dopo la conferma del decesso, gli appartamenti papali vengono sigillati e il Vicario di Roma diffonde la notizia pubblicamente. A seguire, il portone di bronzo della Basilica di San Pietro viene chiuso a metà e le campane suonano a rintocchi lenti. Durante questo periodo, chiamato “sede vacante”, il Camerlengo gestisce temporaneamente gli affari della Santa Sede e prepara il Conclave per l’elezione del nuovo Papa.

Le bandiere vaticane in tutta la Santa Sede e negli altri edifici sono poste a mezz’asta.

Tra i simboli più significativi c’è la distruzione dell’Anello del Pescatore, che rappresenta l’autorità del Pontefice e viene utilizzato per sigillare documenti ufficiali. Una volta l’anello veniva spezzato: ora l’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis, riformato da Francesco, prevede che sia il collegio cardinalizio, in una delle prime congregazioni generali che precedono il conclave, ad annullarlo. Questo anello viene simbolicamente annullato alla presenza dei cardinali per evitare un utilizzo improprio.

Funerale e innovazioni introdotte da Francesco

I funerali di Papa Francesco, come richiesto da lui stesso, si terranno in modo sobrio. Le sue volontà, raccolte nell’edizione aggiornata dell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis, includono un’unica veglia funebre, senza cerimonie pubbliche per la chiusura della bara. Non ci saranno le tradizionali tre bare sovrapposte di cipresso, piombo e noce, ma un’unica cassa di legno semplice.

La salma non sarà esposta su un catafalco come avveniva in passato, ma collocata direttamente nella bara, aperta, secondo il desiderio del Pontefice di essere “con dignità, ma come ogni cristiano”. La celebrazione funeraria, chiamata Missa poenitentialis, avrà luogo alla Basilica di San Pietro e vi parteciperanno rappresentanti politici e religiosi da tutto il mondo.

La sepoltura e la scelta di una location simbolica

Un’ulteriore innovazione riguarda il luogo di sepoltura. Papa Francesco non verrà tumulato nelle Grotte Vaticane, sotto la Basilica di San Pietro, ma nella Basilica di Santa Maria Maggiore. Questa decisione riflette il legame speciale che il Pontefice aveva con questa chiesa, dove pregava regolarmente e dove è custodita la venerata icona della Salus Populi Romani.

Le nuove regole introdotte consentono la tumulazione dei futuri pontefici in luoghi diversi, rompendo con una tradizione consolidata che legava le spoglie dei Papi esclusivamente alla Basilica Vaticano.

Preparazione al Conclave

Concluse le celebrazioni funebri, inizia il periodo del Conclave, il momento in cui i cardinali elettori scelgono il nuovo Pontefice.

A definire queste procedure è la costituzione apostolica “Universi Dominici Gregis”, che riguarda proprio “la vacanza della Sede Apostolica e l’elezione del Romano Pontefice”. A promulgarla fu Giovanni Paolo II il 22 febbraio 1996 ed è stata emendata due volte da Benedetto XVI. Una volta era previsto che il Conclave iniziasse tra i 15 e i 20 giorni dopo l’inizio della Sede vacante, ma si tratta di una norma che può essere derogata. La legge prevede che “dal momento in cui la Sede Apostolica sia legittimamente vacante, si attendano per quindici giorni interi gli assenti prima di iniziare il Conclave”. Ratzinger lasciò però “al Collegio dei Cardinal. la facoltà di anticipare l’inizio del Conclave se consta della presenza di tutti i Cardinale elettori, come pure la facoltà di protrarre, se ci sono motivi gravi, l’inizio dell’elezione per alcuni altri giorni. Trascorsi però, al massimo, venti giorni dall’inizio della Sede Vacante, tutti i Cardinali elettori presenti sono tenuti a procedere all’elezione”.

Dopo le congregazioni generali, in cui i porporati possono alloggiare dove credono, il cardinale decano presiede la messa “Pro Eligendo Romano Pontifice” e a quel punto i Cardinali si chiudono in Conclave e viene precluso loro ogni contatto con l’esterno. Questo vuol dire che saranno costretti a dormire a Casa Santa Marta. Il maestro delle celebrazioni liturgiche, monsignor Diego Revelli, pronuncerà l’erga omnes (fuori tutti). Poi i cardinali resteranno da soli, ad eccezzione del segretario del collegio cardinalizio, l’arcivescovo brasiliano, Ilson de Jesus Montanari. A votare sono solo i porporati con meno di 80 anni, dunque il ruolo di decano del collegio verrà svolto da Pietro Parolin.

Le votazioni, svolte nella Cappella Sistina, seguono un rituale preciso e si tengono in totale isolamento, senza alcun contatto con l’esterno. Una fumata nera segnala l’assenza di una decisione condivisa, mentre la fumata bianca annuncia l’avvenuta elezione di un nuovo Papa.

Il Cardinale Protodiacono proclamerà “Habemus Papam”, presentando il nuovo Pontefice alla folla riunita in Piazza San Pietro. Il nuovo Papa, affacciandosi dalla loggia, impartirà poi la benedizione “Urbi et Orbi”.

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