“Lasciateci liberi di dire fro***”. Cruciani contro il politically correct

L’editoriale di Giuseppe Cruciani a La Zanzara: dall’utente social indagato al caso del Club Alpino

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Nell’ultima puntata della Zanzara, il conduttore Giuseppe Cruciani ha commentato così il caso dell’utente di Twitter indagato per diffamazione e la lotta contro i crocifissi di alcuni membri del Club Alpino Italiano. Cruciani ha commentato con indignazione la notizia dell’utente di Twitter indagato dalla procura di Milano per diffamazione per aver utilizzato l’epiteto “frocio” ed espresso il suo sdegno sul politicamente corretto. In particolare, il tweet incriminato è il seguente: “I froci sono così, bisogna rassegnarsi”.

“Non ne posso più di questo mondo e del politicamente corretto” ha esordito Cruciani. “Tutto questo perché una disposizione della Cassazione ha sentenziato che è una chiara lesione dell’identità personale utilizzare la parola “frocio”, un avvilimento dell’altrui personalità. Abbiamo trasformato le parole in mostri. Abbiamo fatto sì che i giudici spesso si occupino di queste cose e ridotto questa società a un’enorme e fottutissima prigione dove uno deve avere paura ad esprimersi perché altrimenti può nuocere la sensibilità di un terzo o alla stabilità mentale di qualcuno. È una nuova forma di totalitarismo, si inizia con frocio e non si sa dove si va a finire.”

Il conduttore di Radio24 è poi passato a commentare la situazione relativa al Club Alpino Italiano (CAI), dove un membro ha definito le croci sulle vette delle montagne “divisive e anacronistiche” sostenendo che queste fossero quindi un problema. “Ma a noi che cazzo ce ne frega delle croci sulle vette delle montagne? Perché sarebbero un problema divisivo per qualcuno? Porca puttana!” ha tuonato Cruciani.

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