Le 6 malattie sociali aggravate dal virus

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Il virus è una bestia davvero feroce che distrugge con facilità alcuni dei nostri dogmi conclamati. Alcune verità scomode, che per anni abbiamo sepolto, adesso emergono con durezza. Quali sono queste asimmetrie esasperate dal virus?

1. I garantiti contro i non garantiti.

Tema sempre presente nella società italiana dove l’equilibrio era dato dal maggiore reddito dei non garantiti ( e anche da una certa sbagliatissima immunità fiscale). Ora, Il reddito sparisce di colpo e l’immunità fiscale senza redito non vale nulla. Esplode il conflitto perché sono i non garantiti che generano tasse per pagare i garantiti, e… i non garantiti scendono in piazza. Onestà vorrebbe che l’immunità fiscale sparisse per sempre e il sistema delle garanzie venisse rivisto al ribasso coerentemente  con il XXI secolo , ma questa operazione richiede ben altro spessore rispetto all’attuale governicchio che peraltro è espressione pressoché unilaterale dei garantiti, quindi per definizione inadatto a cercare una nuova difficilissima ma indispensabile sintesi.

2. La politica di breve termine contro la visione del paese.

I nostri politici negli ultimi 30 anni hanno privilegiato i prossimi 6 mesi ai prossimi 10 anni con risultati evidenti. Nessuna visione del paese e una costante campagna elettorale su temi populisti ed emotivi. Crescita zero, debito altissimo, produttività zero. Il virus porta 300 miliardi di debiti in più e decreta ipso facto la fine della possibilità di continuare così. Bisogna crescere, pena l’inferno del default. Ma si continua invece a pensare di spendere, spendere. E spendere nell’illusione che tutto torni come prima. Non sarà così. Dall’anno prossimo il vincolo del deficit sarà un cappio molto stretto e bisognerà spiegare che per difendere sanità, istruzione e welfare, bisogna crescere e anche alla svelta con tutte le medicine molto amare che l’imperativo della crescita (privata perché crescere a debito con lo stato elemosiniere non si può più fare) comporta per una visione del mondo anti impresa e anti crescita (la decrescita felice che diventa il default annunciato).

3. La burocrazia contro l’efficienza nella  gestione dello stato.

Tutti ci siamo sempre lamentati della burocrazia e tutti ci siamo nel tempo assuefatti ad essa come buoni eredi dei Borboni e della decadenza dell’impero . Abbiamo imparato a districarci sia pur con mille lamentele nella burocrazia e nell’inefficienza del nostro stato. Il virus devasta tutta questa visione. La burocrazia e l’inefficienza quando costa vite umane per mancanza di strutture, per la risposta tardiva , per i banchi a rotelle diventano  insopportabili. Da domani voteremo chi ci convince di essere capace di gestire, stato, scuole, sanità e realtà locali non più chi si fregia della “benedizione”  del partito.

I più svegli lo hanno già capito e con i prossimi candidati sindacI vedremo esponenti della società civile e non dei partiti. E da lì il passo sarà brevissimo e sarà “ ma allora cosa ci servono i partiti anche a Roma?” Perché il massimo dell’efficienza della gestione serve a Roma. Le prossime elezioni politiche saranno uno sconvolgimento assoluto e l’attuale classe dirigente verrà spazzata via a partire dai 5 stelle espressione massima dell’incompetenza, ma molto realisticamente lo tsunami colpirà anche il pd e la lega se non saranno rapidamente in grado di adattarsi al nuovo mondo.

4. La salute contro l’economia.

Ne abbiamo sentito parlare per mesi e il partito dei benpensanti ci ha detto che non si può avere economia senza salute. Giustissimo. Il problema però, adesso, diventerà molto meno facile da declamare in belle interviste perché il virus passerà o perché la seconda ondata si esaurisce pressoché da sola come tutte le seconde ondate (che è l’opinione di chi scrive alla luce dei numeri), o perché i vari lockdown avranno effetto o perché a brevissimo vaccino e monoclonali arrivano davvero. Da lì in poi però la convivenza con il virus, che anche con il vaccino non sparisce e viene solo ridimensionato nella crescita, diventa giornaliera e le ragioni dell’economia “di convivenza con il virus” saranno esplosive.

Qui scoppierà l’ennesima contraddizione di cui vediamo già i primi albori. Meglio chiudere in modo aggressivo ogni rischio di terza ondata anche a costo di limitare l’attività economica o si può prendere qualche (modesto) rischio? Quindi, quelli che oggi dicono non c’è economia senza salute solo per non affrontare la scelta, saranno COSTRETTI a scegliere e lo faranno con l’asimmetria del politico, che vede il rischio sanitario come catastrofale domani mattina e il rischio economico come invece di medio termine, quindi irrilevante.
Così facendo si esporranno alla rabbia sociale di chi, invece, con buon senso e non dovendo essere rieletto, vorrà scelte coraggiose, trasparenti e motivate numericamente accelerando ancora di più il ricambio della classe dirigente

5. I giovani e gli anziani.

Per anni abbiamo sentito i politici dichiarare che i giovani sono importanti. Salvo poi fare tutto il contrario. Quota 100 è un trasferimento di risorse pesantissimo a favore di pochi privilegiati e a danno di una generazione. Lo stesso, il reddito di cittadinanza. Anche qui il virus farà giustizia e anche alla svelta. Invece di continuare a DICHIARARE di essere pro giovani e di COMPORTARSI pro anziani (che sono 17 milioni e votano in massa a differenza dei giovani che sono 5 o 6 milioni e votano in percentuali molto inferiori), la crisi renderà esplicita la difficoltà dei giovani a trovarsi un lavoro (acuita in modo estremo dal blocco dei licenziamenti per 1 anno).

La crisi renderà ancora più esplicita la bomba demografica su cui siamo seduti con un drammatico crollo delle nascite per l’incertezza del lavoro e delle prospettive dei giovani come l’Istat ha già segnalato. A quel punto non si potrà parlare bene e razzolare male. Bisognerà pensare DAVVERO ai giovani, favorire in tutti i modi le nuove famiglie e creare un clima di maggiore sicurezza per riportare la natalità a livelli di stabilità (siamo a 1,3 figli per donna e bisogna arrivare a 2,05. Una strada infinita). Questa necessità inevitabilmente comporterà anche, al margine, trasferimento di risorse dagli anziani ai giovani. Una specie di anatema impronunciabile nel nostro sistema politico (“le pensioni non si toccano”), ma anche qui i dogmi sono stati terminati con brutalità dal Covid, che è assolutamente cieco e non è cresciuto con 30 anni di dogmi indiscutibili.

6. Incompetenti popolari e populisti (1 vale 1) o il governo dei migliori?

Finora in tutto il mondo occidentale abbiamo visto 10 anni di crescente incompetenza e populismo al potere. Trump, Boris Johnson, i 5 stelle ma anche Afd in Germania e Le Pen in Francia sono tutte facce della stessa medaglia. La ricerca di soluzioni semplici e immediate a problemi complessi. C’è chi è molto incompetente ( i 5 stelle) e chi molto populista (Trump e Boris Johnson) e quindi i danni sono molto maggiori in Italia (purtroppo) che in Usa o in Uk. Ma in tutti i casi è la data X è il 3 novembre con le elezioni Usa. Da lì in poi l’onda avrà il suo naturale riflusso e il mondo occidentale, per difesa della propria sussistenza, diventerà quasi aggressivo con gli incompetenti trasformandoli in capri espiatori e condannandoli all’irrilevanza se non peggio.

L’altra data chiave sarà l’accordo Brexit che alla fine Boris Johnson sarà costretto a fare e infine le elezioni italiane del 23 (al più tardi) che segneranno l’inizio di un’era totalmente nuova nella politica di un grande paese occidentale.

Una visione ottimistica? Forse si, ma io penso che questa ondata di virus stia già recedendo anche senza i lockdown (lo sta facendo a Madrid, Bruxelles Parigi e in minore misura Londra) e quindi lo farà in modo ancora più rapido con il lockdown (su cui poi tra 12 mesi discuteremo come scelta saggia o meno), che l’immunità, almeno parziale, di gregge sia evidente (Bergamo, Brescia, Cremona, Pesaro ma anche nord est francese, East Coast Usa, Limburgo, alcune zone della Spagna  e molti altri luoghi dove il virus ha colpito moltissimo nella prima ondata) e soprattutto penso che la natura umana sia adattiva e che scopre rapidamente in modo sociale cosa sia utile alla sopravvivenza e al miglioramento della propria vita.

Il virus sotto questo aspetto ha accelerato fenomeni che avrebbero preso forse un decennio. Non era auspicabile per nulla, ma avendo pagato il dazio in modo durissimo (lo dico da bergamasco dove il dazio è stato il più pesante al mondo) forse è il caso adesso di raccogliere i benefici che il virus inconsapevolmente ci lascia.

In questo senso l’Italia, dove il danno della incompetenza, della burocrazia, del populismo e della mancanza di visione di lungo termine è stato il più grande nel mondo occidentale (leggasi per riferimento il durissimo e purtroppo verissimo pezzo dell’Economist di questa settimana) ha per contrappasso la più grande capacità di rimbalzo purché le risorse umane, di capitale e di innovazione che abbiamo prendano il sopravvento e siano in grado di selezionare una classe dirigente degna di questo nome.

Non è per nulla scontato e ci si scontrerà soprattutto con l’apparato del Pd conservatore schierato contro, ma anche con i nostalgici grillini (saranno pochi per fortuna), con il populismo di Salvini (diverso per fortuna dal pragmatismo dei leghisti) e forse con frange nazionaliste di FdI.

Ma da inguaribile ottimista io penso ci sia un’opzione esistente per un rinascimento italiano. Sta a noi selezionare le persone adatte per coglierla. Draghi, Bentivogli, Ichino, e molti molti altri eccellenti gestori di res pubblica sono italiani, così come nei secoli abbiamo sempre espresso il meglio del pensiero, dell’arte e della scienza.
Siamo orgogliosamente italiani e non dobbiamo rassegnarci alla decadenza per colpa di qualche modesto personaggio che ha preso la scena.
Non ce lo meritiamo collettivamente ma sta a noi evitarlo.

Giovanni Cagnoli, 4 novembre 2020

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