Le due bufale sul folle aumento delle tasse sugli affitti

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La relazione tecnica che accompagna il disegno di legge di bilancio indica in appena 8,8 milioni di euro l’anno la stima del gettito che sarebbe determinato, a regime, dall’aumento della cedolare secca sugli affitti brevi. Si conferma, dunque, che non sono le esigenze di cassa quelle che hanno indotto il governo a procedere – nonostante le opposizioni interne alla stessa maggioranza – a questo incremento di tassazione. Resta il mistero sul perché della misura. Per il resto, giovano alcune precisazioni.

1. La prima è che la cedolare secca introdotta dal governo Berlusconi è stata prevista sin da subito per tutte le locazioni abitative, di qualsiasi durata: lo segnaliamo anche in relazione a una dichiarazione di questi giorni del sottosegretario Fazzolari. Nel 2017, infatti, la cedolare per gli affitti brevi è stata solo ulteriormente normata, in particolare estendendone l’applicazione ai casi di sublocazione e di contratti stipulati dai comodatari.

2. La seconda precisazione riguarda il “Cin”, il Codice identificativo nazionale. Non si tratta di una novità, bensì di uno strumento previsto per legge nel 2019 e la cui attuazione era a buon punto, prima di arenarsi negli avvicendamenti al Ministero del turismo (se ne è occupato attivamente il sen. Massimo Garavaglia nella sua esperienza da ministro). Vi è da portare a termine quel lavoro, anche chiarendo che il codice nazionale sostituisce i mille codici istituiti su base regionale e comunale (a riprova del fatto che il far west c’è, ma è legislativo) e concludendo il collegamento con i portali, senza il quale qualsiasi codice diventa solo burocrazia in più.

Ciò detto, una norma importante della manovra è quella che mira a impedire alle piattaforme web di continuare a sfuggire all’obbligo – che avrebbero dal 2017, ma che hanno sinora disatteso – di riscuotere la cedolare dai locatori e di riversarla allo Stato, per impedire l’evasione delle imposte da parte dei locatori stessi. Il corpo estraneo – sul tema degli affitti brevi – è l’aumento della cedolare, sbagliato concettualmente e dannoso.

Giorgio Spaziani Testa, 1° novembre 2023

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