L’eccentricità unica di Schiaparelli

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«The surrealist’s holiday» – la vacanza surrealista – è come definisce la collezione primavera-estate dell’eccentrica maison Schiaparelli il suo direttore creativo Daniel Roseberry. Un’ode ad Elsa Schiaparelli che era un’artista prima ancora che stilista, grande amica e collaboratrice dei surrealisti, primo fra tutti un certo Salvador Dalì. Insomma, una collezione aggressiva ed originale fatta di veli trasparenti, corsetti, borse con occhi, naso e bocca, anelli che ricoprono tutte le dita, rouges e costumi a righe, tubini neri attillatissimi, giacche-scultura adornate da disegni dorati ed orecchini a forma di occhi ed orecchie. La signora Schiaparelli avrebbe approvato. Mr Roseberry ha creato la collezione cercando di immaginare come la stilista avrebbe interpretato la dicotomia mare-città ed il risultato è uno stile “raffinato ma audace, semplice ma artistico, chic ma a tratti volgare”.

Elsa aveva visione, era decisamente “oltre” per il suo tempo, italiana e così pericolosamente artista da guadagnarsi la rivalità di Mademoiselle Coco Chanel: l’una era l’arte e i colori, l’altra preferiva toni scuri ed uno stile semplice. La signora Schiaparelli è la madre del rosa shocking e dell’eccentricità, scelse Parigi come laboratorio creativo ed a lei si ispirarono grandi come Saint Laurent e Giorgio Armani.

Fu lei la prima ad usare la chiusura lampo e vestì moltissime star di Hollywood come Joan Crawford e Katerine Hepburn. Un’eccellenza italiana come italiani sono gli imprenditori che ne hanno raccolto l’eredità: la “Signora” vendette la maison con il suo nome alla famiglia Sassoli de’ Bianchi e poi nel 2007 Diego Della Valle ne rilevò marchio e archivio. Raro caso in cui una maison è rimasta in casa nostra.

Giulia Romana Zacutti, 21 ottobre 2021

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