Società

Arriva la legge per punire chi discrimina i capelli

© Oneinchpunch e STILLFX tramite Canva.com

In Francia si sta aprendo un capitolo nuovo sull’inclusione e contro la discriminazione, questa volta incentrato non direttamente sul colore della pelle o sulle preferenze sessuali. Stavolta parliamo di acconciature. Capelli. Secondo quanto racconta la Bbc, infatti, il Parlamento francese ha dato il via libera a un progetto di legge che intende vietare qualsiasi forma di discriminazione legata all’aspetto dei capelli nel contesto lavorativo. La legge passerà ora al vaglio del Senato, dove sarà oggetto di ulteriori discussioni.

Questa iniziativa, proposta dal deputato Olivier Serva, nato nella Guadeloupe francese, mira a proteggere non solamente le persone di colore, che possono aver sperimentato discriminazioni a causa di capelli naturali come afro, dreadlocks o treccine, ma anche individui con capelli biondi, rossi o persone calve. L’obiettivo sarebbe quello di offrire una salvaguardia contro il cosiddetto “pregiudizio capillare”: la legge in pratica dovrebbe impedire ai datori di lavoro di richiedere alle dipendenti di lisciarsi i capelli oppure di coprire afro, dreadlock e trecce.

Sebbene la proposta non menzioni esplicitamente la discriminazione razziale, la motivazione alla sua base riguarda principalmente tale aspetto. Serva si è ispirato a uno studio statunitense, secondo cui un quarto delle donne nere avrebbe riferito di essere stato escluso da opportunità lavorative durante i colloqui a causa del loro hairstyle.

La finalità del disegno di legge sarebbe quella di sostenere chi si trova al di fuori degli standard di bellezza europei, che secondo alcuni sarebbero soggetti a discriminazioni, stereotipi e pregiudizi. Tuttavia, la proposta non è esente da critiche. Alcuni sostengono che la legislazione francese già vieterebbe la raccolta di dati personali relativi alla razza o all’etnia, seguendo i principi “universalisti” della Repubblica. Altri evidenziano come il non utilizzare esplicitamente il termine “razzismo” nella legge possa essere problematico, vista la frequenza con cui figure pubbliche esperiscono commenti negativi online legati al loro aspetto naturale.

Ma a quali casi si applicherebbe la legge? Una giornalista ha condiviso con Radio France International la propria esperienza relativa alla pressione di doversi presentare in modo “professionale” lisciando i capelli. Il suo ritorno al naturale nel 2015 sarebbe stato un percorso difficile, non solo personalmente ma anche a causa della reazione del pubblico, che rifletterebbe le aspettative e i pregiudizi radicati nella società.

Aboubakar Traoré, invece, è membro dell’equipaggio di Air France che nel 2022 ha ottenuto il diritto di portare i capelli intrecciati. La decisione però si era stata basata su una discriminazione di genere, dato che alle colleghe femminili era permesso portare le trecce.

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