Politica

L’Europa condanna l’Italia: vogliono imporci l’utero in affitto

La Corte di Strasburgo ha condannato l’Italia per non aver riconosciuto legalmente il rapporto di filiazione di una bambina

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È di poche ore fa la notizia della condanna dell’Italia, da parte della Corte europea dei diritti umani, per aver violato i diritti di una bambina ucraina – nata nel 2019 – impedendo il riconoscimento legale del rapporto di filiazione con il padre biologico, e facendo di lei un’apolide. La Corte di Strasburgo ha stabilito inoltre che il Bel Paese dovrà pagare 15 mila euro alla bimba per danni morali e 9.536 euro per le spese legali sostenute da padre biologico e madre intenzionale, ai sensi dell’articolo 8 della Convenzione.

La sentenza

Nella sentenza, si legge che la bimba “è stata tenuta fin dalla nascita in uno stato di prolungata incertezza sulla sua identità personale”. E ancora, che “i tribunali italiani hanno fallito nell’adempiere all’obbligo di prendere una decisione rapida per stabilire il rapporto giuridico della bimba con il padre biologico”.

Il caso è scoppiato nel 2021, quando il padre biologico e la madre intenzionale (entrambi italiani) si sono visti più volte negare il riconoscimento legale del legame con la bambina dagli uffici dell’anagrafe e dai tribunali del nostro Paese. Il che ha portato a sollevare il caso davanti alla Corte europea dei diritti umani, dopo che – come spiega l’avvocato della coppia, Giorgio Muccio – la piccola si trovava in uno stato di “grande incertezza giuridica”, perché non avendo tessera sanitaria o documenti d’identità non poteva accedere all’istruzione ed alla sanità pubblica. Ora, la bambina di nome Sonia avrà diritto alla propria identità.

Utero in affitto, la legislazione

Sul tema dell’utero in affitto, è la legge 40 del 2004, recante norme sulle tecniche di procreazione medicalmente assistita, a vietare e sanzionare penalmente qualsiasi ricorso alla maternità surrogata in Italia. Un intervento avvenuto durante il governo di Silvio Berlusconi, dopo aver seguito la strada di altri esecutivi in Europa, a trazione maggiormente conservatrice, come quello di Kohl in Germania e quello di Balladur in Francia. Questi ultimi, rispettivamente nel 1990 e 1994, introdussero il divieto a ricorrere a qualsiasi pratica in termini di utero in affitto. Il caso si pone esattamente ad un mese di distanza dalla proposta del centrodestra di introdurre il reato universale di maternità surrogata. Il via libera è stato dato dalla Camera dei Deputati con 166 voti a favore, 109 contrari e 44 astenuti. Ora, il testo è passato a Palazzo Madama.

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