Esteri

Lista Epstein, qualcosa non torna: ma Trump c’è davvero?

Rivelati centinaia di nomi dei contatti del finanziere morto suicida in carcere. E il dibattito si sposta subito sul tycoon

“C’è anche Trump”. Questa è la chiusura del titolo di Repubblica per l’articolo dedicato alla “Fase Uno” dei documenti attesi da tempo relativi all’ex finanziare Jeffrey Epstein morto suicida in un carcere di New York il 10 agosto 2019, tra cui la sua lista di contatti, i registri di volo del suo aereo e un elenco di prove che il governo ha accumulato contro di lui.  Il lettore è dunque invitato a credere che anche il presidente americano faccia parte dell’elenco dello scandalo. Ma forse i debunker sono in vacanza, perché la realtà è molto diversa da quella prospettata da quel titolo.

Il nome di Trump non compare nella lista dei contatti nei documenti di Epstein, ma è presente nei registri dei voli dell’aereo privato dell’ex finanziere. C’è una grande differenza. E dunque le polemiche sulle foto dei due emerse tempo fa erano fondate sul nulla: semplicemente il tycoon utilizzò l’aereo privato del finanziere insieme all’allora moglie Marla Maples (la coppia divorziò nel 1999), alla figlia Tiffany e alla babysitter il 15 maggio del 1994. Non si trattò dei famigerati voli verso l’isola di Little Saint James – dove si sono consumate violenze su centinaia di donne, anche minorenni – bensì di due collegamenti interni: prima da Palm Beach all’aeroporto Reagan di Washington e poi da Washington allo scalo di Teteboro, in New Jersey.

People evidenzia sul punto che il fatto che un nome compaia sui registri di volo non è ovviamente un’indicazione di illecito e che la maggior parte delle persone elencate erano presumibilmente sull’aereo di Epstein per motivi legittimi di lavoro, politici o sociali. Ricordiamo inoltre che Trump – in carica quando Epstein venne arrestato nel 2019 – nel corso della campagna elettorale dello scorso anno aveva suggerito che avrebbe cercato di aprire i file del governo. Il dipartimento di Giustizia ha dichiarato di aver reso pubblici i documenti per dimostrare il suo impegno alla trasparenza, ma le carte sono state consegnate per primi a commentatori politici alla Casa Bianca in raccoglitori con la scritta “The Epstein Files: Phase I”.

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Voci e indiscrezioni sono un conto, contano i fatti. E neanche un titolo denigratorio può stravolgere la realtà. Negli ultimi anni Trump è stato spesso accostato ad Epstein. In un audio risalente al 2017 il finanziere parlava del tycoon, affermando che quest’ultimo amasse fare sesso con le mogli dei suoi amici. Inoltre, una modella aveva parlato di un presunto gioco sessuale perverso con Epstein alla Trump Tower. E ancora, le chiacchiere su presunti filmati pornografici che ritraevano Trump, l’ex presidente Bill Clinton e il principe Andrew. Prove? Zero. Anzi, la testimonianza di nessun legame tra il capo della Casa Bianca e l’isola dello scandalo.

Fatta chiarezza su Trump, dalle 200 pagine circa di documenti emergono nomi altisonanti: tra gli altri il frontman dei Rolling Stones Mick Jagger, Michael Jackson e l’attore Alec Baldwin. E ancora, come riporta il New York Post, i nomi di Ethel Kennedy (madre di Robert F. Kennedy Jr.), dell’ex governatore di New York Andrew Cuomo, della supermodella Naomi Campbell, della cantante Courtney Love, di Bob Weinstein (fratello di Harvey Weinstein), del defunto senatore Ted Kennedy e dell’attore Ralph Fiennes. Attenzione: non si tratta di un elenco di clienti, ma dei nomi delle persone presenti nell’ampia lista di contatti dell’ex finanziere, la stragrande maggioranza dei quali – se non tutti – sono stati segnalati negli anni di cause legali e fughe di notizie relative al caso.

La “Fase Uno” dei documenti è stata consegnata a quindici influencer conservatori prima che ai media. “Ora la cosa interessante è che stiamo tutti aspettando delle bombe” le parole della podcaster Liz Wheeler: “Stiamo tutti aspettando cose succose. E non è quello che c’è in questa cartella. Non è quello che c’è in questa cartella. Ed è esattamente così che il procuratore generale ce l’ha presentata. È normale sentirsi frustrati… dovreste sentirvi frustrati”. Resta an cora da capire se verranno pubblicate altre informazioni relative al caso Epstein, ma il nome dato alla cartella rilasciata ieri lascia intendere che potrebbero esserci altre “fasi”. Quello che appare certo è che il dibattito verrà ancora inquinato dall’ideologia anti-trumpiana…

Franco Lodige, 28 febbraio 2025

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