L’ultima sparata di Galli prima della pensione

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L’esimio professor Massimo Galli se ne va in pensione. Ma la sensazione è che sarà ancora molto presente nel dibattito pubblico. Appende il camice al chiodo è vero ma – come ha tenuto ha specificare – “non abbandono la trincea”. D’altra parte non è lui che vuole andare in tv, è che lo invitano. “Non siamo noi virologi a reclamare spazi televisivi, e comunque per il mio futuro, spero di no ma temo di sì”, risponde circa la sua volontà di frequentare i talk show anche in futuro. “Per quell’enorme necessità di informazione e di dibattito in materia”. Insomma, farà questo sacrificio per noi.

La notizia del suo pensionamento ha dato ovviamente il via a molte interviste e Galli non ha perso occasione per catechizzare le masse su vaccini e lasciapassare attraverso il giornale unico del virus. Ovviamente lo ha fatto, da par suo, e cioè condendo il tutto con un alcune affermazioni decisamente discutibili.

Le sparate di Galli

Partiamo da qui: “Quelli che un anno fa negavano la necessità di proteggersi, oggi si oppongono al green pass”. Sta forse scherzando professore? Forse non ricorda cosa ha fatto lei un anno e mezzo fa. Nel febbraio 2020, per l’esattezza, quando l’epidemia in Italia non era ancora scoppiata, dichiarò pubblicamente che la malattia da noi difficilmente avrebbe potuto diffondersi. E ci sono anche le prove video. E visto che sembra aver bisogno di rinfrescarsi la memoria, le ricordiamo anche che nel sottovalutare il Covid era in ottima compagnia. Si ricorda il sindaco Sala, “la Milano che non si ferma”, gli aperitivi con Zingaretti, Nardella che lanciava gli hastagh #abbracciauncinese per stigmatizzare il presunto razzismo della destra? Bè noi ricordiamo tutto perfettamente. Quindi, si faccia un favore, ci risparmi la morale.

Altro giro, altra sciocchezza: “Ho seguito una sola stella: non mentire. Risultato: l’estrema destra mi ha accusato di essere un vecchio sessantottino. Tragicomico: si è persa l’occasione di affrontare in modo unitario una crisi comune, dividendo anche un virus tra destra e sinistra”.

Fa sul serio, professore? No, perché sembra davvero troppo dire che è stata la destra a strumentalizzare il virus. Guardi che la sinistra ha strumentalizzato il virus nel 2020 e continua a farlo oggi. L’anno scorso, quando ancora si sapeva poco, pensava di poter usare il Covid come clava del politicamente corretto (un sempreverde) e quando si è accorta di averlo sottovalutato, ecco che ha mosso la sua gloriosa macchina da guerra (politica, media, medici, social network) per imporre la religione sanitaria. E non si è limitata a questo. Ha anche diviso la società in “buoni” e “cattivi”- in buona compagnia, certo – ma sicuramente di più rispetto alla sua controparte politica. Quindi se proprio vuol parlare di “politicizzazione” del virus, e di “non unità del paese”, meglio volgere lo sguardo a manca. Per quanto riguarda l’essere stato un sessantottino e tutt’ora uomo di sinistra, beh lo ha ammesso lei stesso a Repubblica: quindi anche questo è un dato di fatto.

Chi è causa del suo mal…

Infine, non poteva mancare la solita accusa di fomentare l’odio. Non fa nomi, Galli, ma il riferimento appare chiaro. “Non sono il solo a ricevere lettere anonime, insulti sui social e minacce di morte – ha spiegato. Qualcuno dovrebbe avere il coraggio di assumersene almeno la responsabilità morale”. Eh no, professore. Non attacca. Non esistono “mandanti morali” in questo caso. Per quanto possiamo solidarizzare con lei – questi atti sono spregevoli e vanno condannati – dobbiamo anche ricordarle che questo clima di odio è partito proprio a sinistra.

Dunque auguri per il suo futuro, professore. E si riposi. Che tanto qualcuno che la sostituisca in tv lo trovano.

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