L’ultima trovata è il “green pass dark”. Ma non servirà

Paolo Crepet attacca i no vax, considerandoli un “segno di crisi della democrazia”. Siamo sicuri?

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Quando si sostiene che da due anni stiamo vivendo in uno stato di polizia sanitaria privo di alcuna logica, i farisei del dogma sorridono, facendosi scudo del supremo diritto dei cittadini a non  ammalarsi. Ospite mercoledì mattina di Agorà, in onda su Rai3, lo ha espresso in questo termini Paolo Crepet, celebrato psichiatra mediatico, il quale ha ribadito che a suo avviso i cosiddetti no vax rappresentano “un segno di crisi della democrazia”. Dunque per questo ennesimo tifoso delle restrizioni benefiche, il quale ha anche aggiunto che lui è per un “green pass dark” che non lasci scampo a contestatori o semplici dubbiosi, tutto pare rientrare in una logica necessaria dettata dalla solita tarantella del bene comune.

Eppure, valutando con la nostra logica da comuni mortali l’ultima linea guida delle Regioni per il contenimento della pandemia, pubblicata il 2 dicembre, risultano immediatamente evidenti alcune colossali incongruenza che ai fenomeni del pensiero del calibro di Crepet sembrano sfuggire completamente.

Se infatti per lo psichiatra il succitato diritto di non ammalarsi dovrebbe essere garantito da un green pass tanto rigido da costringere tutti a vaccinarsi – questo in pratica il suo succo del suo ragionamento -, ciò che troviamo nel documento della Conferenza delle Regioni smentisce clamorosamente il suo assunto, che è poi quello che governo e giornale unico del virus ci raccontano dalla mattina alla sera. Tant’è che nello stesso documento, prevedendo un ulteriore inasprimento delle restrizioni all’occorrenza, si legge: Si evidenzia che nella fase attuale nella quale la campagna vaccinale è in corso e le indicazioni scientifiche internazionali non escludono la possibilità che il soggetto vaccinato possa contagiarsi, pur senza sviluppare la malattia, e diffondere il contagio, la presentazione di una delle certificazioni verdi Covid-19 non sostituisce il rispetto delle misure di prevenzione e contrasto della diffusione del contagio, quali in particolare l’utilizzo della mascherina in ambienti chiusi”.

Quindi, a beneficio di Crepet e di chiunque sia convinto di trovare molte valide ragioni nelle misure eccezionali che ci vengono imposte da due anni, prendiamo atto che viene ribadito in un documento ufficiale delle amministrazioni regionali che il vaccino non impedisce la trasmissione del contagio. Ma allora, se così stanno le cose quale sarebbe il senso di una accanimento contro chi non si vaccina o contro chi, seppur vaccinato, non accetta il lasciapassare sanitario considerandolo strumento inutile per contrastare la pandemia e, anche per questo, profondamente lesivo delle libertà garantite dalla nostra costituzione?

Noi, secondo gli acritici sostenitori del dogma, dovremmo accettare di buon grado i controlli a campione  delle varie forze di polizia, i quali scatteranno a partire dal 6 dicembre, quando oramai anche i sassi sanno che pure il tanto decantato super green pass non offre alcuna garanzia in merito al contenimento dei contagi?

Certo, a partire dal primo insensato lockdown, proseguendo col coprifuoco, con le mascherine all’aperto e a tutta una serie di obblighi di cui non è mai stata fornita alcuna evidenza scientifica, a tanti, troppi intellettuali sembra una cosa normale decretare l’apartheid per una minoranza di cittadini che non accettano gli obblighi medesimi. Anche perché, e qui concludo, una volta che la stessa minoranza, composta da un gran numero di sensibilità diverse, fosse definitivamente annichilita e messa a tacere, non sarebbe un bel giorno per la nostra sempre claudicante democrazia.

Claudio Romiti, 4 dicembre 2021

  

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