L’ultimo trucchetto di Franco, il ministro pupillo di Draghi

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Non serviva il “governo dei migliori”, per prendere in giro gli italiani. Eppure, il ministro Daniele Franco, capo del Mef e pupillo di Mario Draghi, a poco più di un mese dall’insediamento, ha già elaborato un trucchetto per raggirarci.

Problema: giustificare, agli occhi dei cittadini stremati, la definitiva estinzione degli aiuti anti Covid. Che, finora, erano stati già più che risicati.

Soluzione: inventarsi una fantomatica ripresa e sventolare, sotto ai musetti dei conigli reclusi, la carota della liberazione.

Ecco le parole di Franco: “Pensiamo che dopo la Pasqua la situazione migliorerà gradualmente, e poi ci muoveremo con gradualità verso una situazione più normale a maggio e giugno”. Con gradualità, eh, gradualmente. E “grazie alla disponibilità dei vaccini e all’aiuto che arriva dalla stagione più calda”. È la solita solfa del pensiero magico, che ha sostituito una gestione razionale della pandemia: o’ vaccino, o’ sole, o’ mare e arriva la tregua estiva. In questo caso, addirittura, siamo alla riedizione del “chiudere oggi per riaprire domani”, di contiana memoria: visto che, dopo il Natale, ci rovinano pure la Pasqua, fa comodo preconizzare fantomatici allentamenti dei divieti a feste trascorse.

La circostanza più inaccettabile, però, riguarda proprio la pernacchia a imprese e lavoratori allo stremo. Non solo con l’ultimo decreto sostegni, esattamente nello stesso spirito del Conte bis, hanno ricevuto una media di 3.000 euro a fronte di perdite a doppia cifra. Adesso devono pure fare i conti con la prospettiva di una borsa che, entro il 2021, stando alle proiezioni di Franco, si chiuderà del tutto: “Mi aspetto di terminare con le misure di sostegno all’economia verso la fine dell’anno”. Ma gradualmente, eh. E, come capita quando si fa la punturina ai bambini, distraendoli con dolcetti e cotillons, il ministro seduce i sudditi con la prospettiva dell’uscita dai domiciliari.

Ormai, l’Italia – forse, come il resto d’Europa – è un laboratorio governativo inquietante, in cui si sperimentano sulla pelle della gente nuove tecniche di controllo psicologico, prima ancora che politico. Ma ci volevano i “migliori” di Draghi, per trattarci come i prigionieri della clinica dimagrante di Fantozzi? Costretti al digiuno, piegati dagli odori di leccornie che venivano convogliati nelle loro cellette. Almeno, loro potevano comprare, sia pure a caro prezzo, quelle pietanze. A noi, invece, stanno togliendo pure l’elemosina di Stato.

Alessandro Rico, 24 marzo 2021

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