Mafia, Zaki, Pnrr: gufi di sinistra zittiti in 24 ore

Tre vittorie di Giorgia Meloni in poche ore (ribaltando gli scenari catastrofici teorizzati a sinistra)

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Sono veramente dure le ultime ore per la propaganda anti-meloniana. Prima con le sterili polemiche sulla fiaccolata in memoria di Paolo Borsellino, poi con la grazia concessa a Zaki dal presidente egiziano Al-Sisi ed infine, nella prima serata di ieri, è arrivato il via libera alle tranche del Pnrr da 35 miliardi di euro. Tutte previsioni (nefaste) che la sinistra – sia politica che mediatica – aveva annunciato, per poi non raccogliere nulla di quanto era stato predetto.

Le polemiche su Via d’Amelio

Le opposizioni, pochi giorni fa, avevano alzato le barricate alla notizia che Giorgia Meloni non sarebbe stata presente alla fiaccolata per il trentunesimo anniversario della strage di via D’Amelio. Ed è stato subito il presidente del Consiglio a smorzare le polemiche, dopo aver partecipato alla commemorazione alla Caserma Lungaro di Palermo. Il premier, inoltre, ha avuto un incontro e un colloquio con Manfredi Borsellino, poliziotto e figlio del giudice Paolo, per poi aver deposto una corona d’alloro per i caduti nelle stragi di mafia, ancora soffermandosi per un colloquio coi familiari. La visita a Palermo si è conclusa rendendo omaggio al cimitero di Santa Maria di Gesù.

“Quello che ho letto stamattina su alcuni quotidiani mi ha molto colpita”, ha affermato Meloni, che poi ha aggiunto: “Una polemica inventata sul fatto che io avrei scelto di non partecipare alla tradizionale fiaccolata per paura di contestazioni per ragioni di ordine pubblico: è una notizia inventata. Ma soprattutto, chi dovrebbe contestarmi esattamente? Perché la mafia mi può contestare, quello sì. Se qualcuno vuole venire a contestare sono i mafiosi, e non ne dubito. Io non sono mai scappata in tutta la mia vita”.

La vittoria di Meloni su Zaki

Il secondo smacco ai progressisti è arrivato ovviamente dalla vicenda Zaki, il ricercatore che dopo la condanna a 3 anni è stato graziato dal presidente dell’Egitto Al-Sisi. Anche qui, non si possono non ricordare le polemiche alimentate dalla sinistra, secondo cui l’esecutivo della leader di Fratelli d’Italia avrebbe bypassato la libertà di Zaki.

Per approfondire:

Come non si possono dimenticare le dichiarazioni invecchiate malissimo di Giuseppe Conte: “Ci aspettiamo azione dal governo su Zaki”; di Elly Schlein: “Il governo si attivi con tutti gli strumenti per ottenere la liberazione. Chiediamo al ministro Tajani di venire a riferire in aula”; e di Filippo Sensi, senatore piddino: “Un orrore senza fine il governo italiano può essere fiero del suo silenzio, della sua assenza”. Detto, fatto: il giorno dopo Zaki è libero.

Via libera al Pnrr

L’ultimo siluro, invece, è arrivato direttamente da Bruxelles, dove l’Ue ha raggiunto l’intesa per la terza rata del Pnrr. E non solo, sarà a disposizione anche il complessivo di terza e quarta rata, pari a 35 miliardi, che arriverà sicuramente entro la fine del 2023. Un successo, soprattutto dopo le (ancora una volta) sterili polemiche che arrivavano dalla sinistra parlamentare e giornalistica, su presunti ritardi dell’Italia.

Era la stessa Cgil nella giornata di ieri, per esempio, a destare preoccupazioni al termine della riunione della cabina di regia del Pnrr a Palazzo Chigi. Il segretario generale, Christian Ferrari, dichiarava ai media: “Siamo fortemente preoccupati per i ritardi accumulati, per la condizione di stallo e di incertezza rispetto sia all’implementazione, che all’ipotetica rimodulazione dei contenuti del piano”. Anche in questo caso, detto e fatto: il giorno dopo ecco i 35 miliardi a disposizione di Palazzo Chigi. Una fumata bianca per il governo; nerissima per le opposizioni. Su tutti i fronti.

Matteo Milanesi, 21 luglio 2023

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