Malika, lesbica perseguitata o profittatrice?

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Ve la ricordate Malika? La ragazza cacciata di casa dalla famiglia (musulmana) perché lesbica? Quella storiaccia, i media, ce l’hanno propinata praticamente a reti unificate, con tanto di ospitate televisive della malcapitata. E, a un certo punto, erano partite persino due raccolte fondi per aiutare una giovanissima ragazza, ormai senza famiglia, a rifarsi una vita. Ma adesso, su quella colletta, si stagliano ombre imbarazzanti. A rivelare che qualcosa non va è stata proprio una delle giornaliste che avevano (giustamente) deplorato la persecuzione omofoba subita da Malika. In un’intervista uscita su Tpi, Selvaggia Lucarelli ha chiesto conto di una foto in cui la ragazza è al volante di una Mercedes, pagata 17mila euro, ma di cui inizialmente aveva detto che fosse di proprietà dei genitori della sua fidanzata. “Sì, ho detto una bugia. Mi scuso. Mi è stato chiesto che ero sotto pressione. […] Senti io ho 22 anni e volevo togliermi uno sfizio, mi sono comprata una bella macchina […]. Se ho mentito sulla macchina è perché mi hanno chiusa, messo in uno sgabuzzino…”.

Ma le stranezze non finiscono qui. Malika ha dato versioni discordanti anche sulle raccolte fondi, con cui sono stati messi insieme ben 140mila euro. Prima ha detto che voleva creare “un’associazione con la Boldrini, solo che la cosa va per le lunghe, lei non è stata bene”. Poi, smentita dall’ex presidente della Camera, ha rimescolato le carte: “No, dono ad alcuni enti”, tra cui la Fondazione Nadia Toffa. “Ho detto così perché delle persone volevano costringermi a donare al gruppo ospedaliero San Donato”.

Grande caos sotto il cielo. Siamo di fronte a una persona debole, confusa, travolta da eventi troppo grandi per una della sua età? O a una ragazza che, avendo subito un’indubbia ingiustizia proprio da parte di coloro che dovevano amarla e proteggerla, alla fine è stata molto abile a sfruttare mediaticamente ed economicamente la sua disavventura? In effetti, è abbastanza curioso che alla Lucarelli, che ha contattato telefonicamente Malika, abbia risposto una specie di “agente/portavoce”. Una ventiduenne cacciata di casa con l’addetta stampa? E chi finora l’ha dipinta come una martire (dimenticandosi quasi sempre di ricordare che la famiglia che l’ha rifiutata l’ha fatto nel nome dell’islam e non certo del sovranismo di destra), darà la stessa enfasi a tutto quel che non torna in questa faccenda della Mercedes e dei 140mila euro?

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