Cronaca

“Mattarella non è il mio presidente”. E indagano sul carabiniere

Polemiche per un video registrato al corteo pro-Palestina di Milano. Il militare è stato trasferito: cosa rischia adesso

Carabiniere Mattarella indagato

Un video mette nei guai un carabiniere. Durante una manifestazione a Milano a sostegno della Palestina, il militare ha interloquito con una manifestante che gli chiedeva quale fosse il pensiero del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, sulla questione. La risposta ha destato sorpresa e polemiche, ripresa prontamente dalle numerose telecamere sul posto: “Con tutto il rispetto, signora, non è il mio Presidente. Io non l’ho votato, non l’ho scelto, non lo riconosco”. Questo dialogo, prontamente diffuso dai canali social e dai media, ha acceso un focolaio di discussioni intorno al rapporto tra le forze dell’ordine e le istituzioni repubblicane.

Trasferito il carabiniere

La reazione ufficiale dell’Arma dei Carabinieri non ha tardato ad arrivare. Attraverso una comunicazione ufficiale, è stato fatto sapere che sia l’autorità giudiziaria ordinaria che quella militare sono state messe al corrente dell’incidente. Il carabiniere vedrà applicarsi le misure disciplinari del caso e verrà destinato a compiti non operativi, a dimostrazione del ferreo rispetto che l’Arma riserva alle istituzioni repubblicane, Capo dello Stato incluso.

L’indagine della procura

Parallelamente, la Procura di Milano ha avviato un’indagine preliminare sulle affermazioni fatte dal carabiniere, sotto la supervisione del procuratore Marcello Viola. Attraverso l’analisi di video e testimonianze, si cercherà di stabilire se vi sia stato un reato nelle parole del militare, aggiungendo un ulteriore livello di complessità alla vicenda.

Il Pd cavalca la polemica

Quest’episodio ha sollevato un vespaio di critiche nei confronti dell’atteggiamento del carabiniere, considerato inadeguato per un rappresentante delle forze dell’ordine. Inoltre, ha alimentato un’accesa discussione sulla conduzione del Ministero della Difesa da parte del ministro Crosetto. Il deputato del Partito Democratico, Stefano Vaccari, ha colto l’occasione per montare su un po’ di panna su una serie di episodi simili verificatisi durante il mandato di Crosetto, partendo dal caso Vannacci fino ad arrivare ad oggi.

A Milano feriti tre carabinieri

Intanto, però, non bisogna perdere di vista anche le cose serie. “Il corteo pro Palestina, non autorizzato, tenutosi sabato a Milano, è inevitabilmente sfociato in scontri e disordini contro le forze dell’ordine, con un bilancio di 3 feriti tra i carabinieri del III Reggimento Lombardia. Ci chiediamo se l’argomento “feriti in servizio di Ordine Pubblico” meriti le giuste attenzioni”, spiega Giorgio Carugati, responsabile dell’ufficio Linea Mobile del Nuovo Sindacato Carabinieri (NSC). “Allo stesso modo riteniamo sia certamente da rinnovare l’appello che facemmo, non più tardi di una settimana fa, ossia la richiesta di attualizzazione delle procedure dell’Ordine Pubblico che si auspica vengano finalmente approvate dal Comando Generale dopo ormai 3 anni di attesa da parte degli “operatori della prima linea”. Le stesse, frutto di un intenso lavoro iniziato nel 2018, darebbero una svolta decisiva per la tutela della sicurezza (anche Legale) e salute di chi svolge attività di Ordine Pubblico. I tre feriti e materiali danneggiati, tra i nostri colleghi del 3° Reggimento Lombardia, sono la conferma che in questo periodo storico, le tensioni di piazza vedono gli “Uomini in Tuta Blu” protagonisti a fianco dei colleghi ed amici dei Reparti Mobili della Polizia di Stato. Lo Stato non ha arretrato – conclude – e lo Stato siamo, anche e soprattutto, noi Operatori Antisommossa”.

Franco Lodige, 29 gennaio 2024

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