Politica

Mattarella, queste piazze erano Covid free? - Seconda parte

La preoccupazione per gli assembramenti a targhe alterne

Le forme di dissenso, dice l’inquilino del Colle, non possono sopraffare il dovere civico di protezione dei deboli. Ma chi sono i deboli in questo caso? E chi lo stabilisce il limite oltre il quale dissentire sostanzia una sopraffazione? Protestare è già quasi impossibile: Trieste ridotta come Berlino est, cupamente, minacciosamente transennata, murata, inaccessibile; adesso pure il divieto di manifestare nei centri storici, con il che restano i bagnasciuga e gli alpeggi. Che rimane del diritto, ovviamente civile, non violento, ad obiettare, a termini di Costituzione? Ma vale ancora, la Costituzione che sempre più voci tendono a mettere disinvoltamente in soffitta?

Per Mattarella, le sfilate “anti” indeboliscono, minano la salute collettiva in quanto sicuri focolai. Può darsi, posto che questi assembramenti risultano in maggioranza popolati da soggetti refrattari al vaccino (non tutti, comunque, e fermo restando che il vaccino indebolisce ma non scongiura il contagio). Questa narrazione ufficiale, tuttavia, e per ufficiale intendiamo adottata dalla quasi totalità dei media, anche presa per buona non può legittimarsi di per sé, per la semplice, evidente ragione che è maliziosa, tende a distinguere in ragione dei partecipanti. A Trieste, l’informazione unica non ha esitato ad attribuire una vorticosa quanto fulminea impennata dei contagi a 48 ore dallo sciopero dei portuali: tralasciando la Barcolana di alcune settimane prima, con trentamila persone e alla quale aveva partecipato il sindaco uscente il quale, rieletto, si è messo ad invocare, inopinatamente, le leggi speciali per i “novax” come sotto il terrorismo. Né si è mai percepita alcuna preoccupazione per assembramenti di genere diverso, dai partecipanti ai rave party (Viterbese e Torino), ai paladini della legge Zan (in cui si sono sentite minacce di morte verso politici di destra), ai ricorrenti Venerdì per il clima con migliaia di ragazzini “in sciopero per il pianeta”, alle ondate in sostegno della Cgil… Fin troppo facile concludere che, a questa stregua, le manifestazioni non sarebbero ugualmente contagiose laddove il virus è selettivo, se la prende solo con chi discute le misure del regime…

In definitiva, la preoccupazione del Capo dello Stato è suonata a qualcuno, se non eccessiva, almeno eccessivamente puntata contro l’idea stessa di opposizione, di non adeguamento, quasi che fosse inaccettabile in quanto volta a indebolire l’azione del governo. Solo una sensazione, forse, però fastidiosa, e d’altra parte corroborata da plurime figure istituzionali ogni volta che aprono bocca. Il sindaco di Padova, ieri sera al Tg1 delle 20, ha dichiarato che i cortei no greenpass non sarebbero ammissibili in quanto “[si tratta di] quattro o cinquemila persone che presentano problemi di igiene”. Un commento incredibile, in totale consonanza con altri che, in queste settimane, hanno definito i cosiddetti novax criminali, irresponsabili, stragisti, disumani, sottorazza, infami e tutto un campionario di insulti e di infamie tale da riempire un vocabolario. Chi è il debole, chi è il vessato?

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