Politica

Meloni-Milei, perché (a parte le foto) sono distanti anni luce

L’Italia oltre ad essere tra gli Stati più tartassarori del mondo è anche quel posto dove la spesa pubblica ha raggiunto il 60% del PIL. È chiaro che su questi due grandi temi, riforma fiscale strutturale e riduzione della spesa pubblica, che sono la cifra essenziale di un’azione di governo liberale, la Meloni ha fatto finora poco o niente.

Per non parlare dello sbandierare il PNRR come un successo, quasi fosse un vanto essersi indebitati come nessuno in Europa e 10 volte di più della Grecia (seconda in classifica) per portare avanti il progetto costruttivista di cui il PNRR è figlio e cioè quella Next Generation UE che è un piano politico più che economico con al centro la conversione all’elettrico, la digitalizzazione, l’inclusione sociale ecc ecc. Un progetto socialistoide che oggi ci vede legati a doppio filo alle peggiori derive ideologiche raggiunte dalla Ue negli ultimi decenni.

E allora a che servono questi continui ammiccamenti della nostra presidente a Javier Milei, che invece per davvero e con la sega elettrica sta facendo uscire dalla crisi – dovuta a 100 anni di peronismo – l’Argentina?

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Farsi vedere con Milei, mostrare una sintonia con lui serve alla Meloni ed al suo partito per coprire un’area precisa del dissenso e del non voto, quella che vuole meno Stato, meno tasse e più libertà, più difesa della proprietà privata, meno burocrazia ecc ecc. Un’area sempre più ampia e consapevole che oggi non si riconosce più in nessuno tra i partiti politici dominanti e che non trova rappresentanza, perché il movimento dei Liberisti Italiani è tenuto fuori dai radar e ancora costretto alla clandestinità.

Ma proprio noi, che guardiamo ai fatti e ai provvedimenti, riteniamo che questa operazione di facciata liberista e libertaria della Meloni a beneficio dei fotografi sia solo una furbata, ma denota un aspetto ancora più grave: forse la nostra presidente è consapevole che in Italia servirebbe una scossa, quella rivoluzione liberale e liberista che si attende almeno dal 1994, ma lei e i suoi alleati scientemente non la portano avanti, perché sono figli di questo sistema. Sono solo l’altra faccia (quella di destra) del prisma politico dirigista italiano: statalisti di destra, di sinistra, di centro e a 5 Stelle.

Andrea Bernaudo, 26 novembre 2024

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