Politica

Migranti, il piano Ursula per cacciarli. Toc toc , giudici: pronti coi rimborsi?

La Von der Leyen presenta il progetto europeo sugli immigrati: “Saremo severi”. Più rimpatri e divieti ai confini. Altro che nave Diciotti

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È difficile spiegare se viene da ridere o piangere. Perché se da un lato la Germania (come abbiamo visto qui), la Francia e pure l’Unione Europea cominciano a stringere le cinghie dell’immigrazione illegale, arrivando a ipotizzare rimpatri di massa in stile Donald Trump, dall’altra ci sono i giudici – segnatamente quelli italiani – che sposano le tesi dei clandestini e li rimborsano con migliaia di euro solo perché lo Stato italiano, dopo averli salvati, accuditi sulla nave Diciotti e rifocillati, li ha fatti sbarcare con qualche giorno di ritardo. Giusto il tempo, politicamente rilevante, di trattare con l’Europa e con Malta (responsabile, in teoria, del loro salvataggio) la redistribuzione degli ospiti a bordo.

Il piano di Ursula sui migranti

Martedì prossimo a Strasburgo la Commissione Europea presenterà il nuovo sistema di rimpatri per gli immigrati irregolari. A Bruxelles Ursula von der Leyen ha spiegato che l’Ue adotterà “una proposta giuridica ambiziosa sui rimpatri”, che sono “un elemento chiave del Patto sulla migrazione e l’asilo”. Nella pratica verranno proposte “norme comuni per i rimpatri” con “un nuovo ordine europeo di rimpatrio e il reciproco riconoscimento delle decisioni di rimpatrio da parte degli Stati membri”. Non saranno più solo i singoli Stati a rispedire indietro gli immigrati, ma l’Europa nel suo insieme. Un regolamento che sia più “chiaro e semplice”, che “impedisca le fughe” dei clandestini e “faciliti il rimpatrio dei cittadini che non hanno il diritto di restare verso Paesi terzi”. “A coloro che vengono rimpatriati forzatamente – ha spiegato Ursula – verrà imposto un divieto di ingresso. E saremo più severi. Laddove ci siano rischi per la sicurezza, saremo assertivi. Ma ci assicureremo anche di agire nel pieno rispetto dei nostri obblighi derivanti dal diritto internazionale e rispettando i diritti fondamentali” delle persone.

L’idea sarebbe quella di creare degli hub fuori dal territorio Ue per la gestione delle domande di asilo e mettere in atto i rimpatri. Una sorta di piano Albania, guardato con attenzione da molti Paesi al netto di Spagna, Portogallo, Irlanda e Belgio. Se ne è già discusso a Varsavia con il Commissario Ue per la Migrazione, Magnus Brunner, che la settimana scorsa è anche venuto in Italia a parlare con Giorgia Meloni. Inoltre Bruxelles lavora anche ai return hub, una sorta di centri per il rimpatrio – sempre fuori dall’Ue – dove accogliere i clandestini con un ordine di espulsione in atto.

Il risarcimento ai migranti

Vedremo presto nel dettaglio. Di certo c’è che il mondo va da una parte, i giudici dall’altra. Prima con la sospensione del trattenimento alla frontiera dei migranti in Albania, modello che mezza Europa guarda con interesse ed attenzione. E adesso con il risarcimento ai clandestini, sentenza che ha lasciato a bocca aperta Giorgia Meloni, decisamente scandalizzato Matteo Salvini e un po’ in imbarazzo anche Giuseppe Conte, che di quel governo era il premier e che col voto del suo partito “salvò” l’ex ministro dell’Interno dal processo per sequestro di persona proprio per il caso Diciotti.

Mentre l’Anm e le associazioni dei magistrati protestano per i toni utilizzati dalla politica, il Viminale fa sapere che la decisione della Suprema Corte non impatterà in alcun modo nell’attuale gestione delle politiche migratorie. Le navi delle Ong riceveranno un porto dove sbarcare, ma non “il più vicino” bensì quello utile poi a gestire al meglio la redistribuzione dei richiedenti asilo sul territorio italiano. Spetterà alla Corte di Appello quantificare il risarcimento ad ogni singolo immigrato che era a bordo della Nave Diciotti e che ha presentato ricorso. Il Viminale, riporta LaPresse, attende di “vedere quale sarà l’esito pratico di queste quantificazioni in relazione al presunto eventuale danno che avrebbero ricevuto i migranti per essere stati ospitati a bordo di una nave militare italiana, dove sono stati accuditi e rifocillati in seguito a un salvataggio avvenuto in acque internazionali di competenza non italiana dove si trovavano a bordo di imbarcazioni di fortuna in balia delle onde”.

Il ministero fa peraltro notare che la causa presentata dai migranti era stata rigettata sia dai giudici del Tribunale di primo grado sia da quelli della Corte di appello. E pure il procuratore generale della Cassazione aveva chiesto il rigetto. Poi le sezioni riunite hanno deciso diversamente. Ma il dispositivo resta “opinabile”, visto che altri giudici prima di loro erano arrivati a conclusioni differenti.

Franco Lodige, 10 marzo 2025

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