Negli Usa frustano i migranti. E meno male che c’è Biden…

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Non c’è pace per Joe Biden e la sua amministrazione. Dopo la disastrosa fuga dall’Afghanistan, e il problema di dover accogliere negli Stati Uniti un numero elevatissimo di profughi dal paese islamico tornato nelle mani dei talebani, ecco che, come una mannaia, arrivano delle immagini dal Texas in cui si vedono agenti di frontiera a cavallo frustare alcuni migranti provenienti da Haiti. Scene che hanno fatto immediatamente il giro del mondo e hanno messo in grande imbarazzo la Casa Bianca che le ha definite “orribili” per bocca della sua portavoce. E in effetti le immagini non lasciano molto spazio alle interpretazioni: i ranger cercano di disincentivare in tutti i modi i migranti dal proseguire la loro marcia arrivando in qualche caso anche a caricarli con l’ausilio di cavalli e a colpire i poveri malcapitati con redini e fruste. Un agente urla: “tornatevene in Messico!”.

Le reazioni

Le reazioni all’accaduto sono state diverse. Qualcuno, soprattutto in Europa, finge di essere sorpreso o, tutt’al più, imputa la colpa di tutto alla brutalità degli agenti texani. Ma come – si domandano stupiti – è forse questa l’America di Biden? La sconfitta di Trump non doveva mica porre fine a tutte le violenze nei confronti di migranti e afroamericani? Nah, devono essere quei cattivoni dei cawboy texani. La realtà è che, al netto di narrazioni politiche di tipo propagandistico, i democratici sono stati di parola. Solo poco tempo fa, infatti, Kamala Harris, vice di Biden, aveva dichiarato durante un viaggio in Guatemala: “Voglio essere molto chiara con chi sta pensando di fare quel pericoloso viaggio verso il confine tra Usa e Messico: non venite, non venite. Gli Stati Uniti continueranno a far rispettare le nostre leggi e a proteggere il confine. Non venite, vi faremo tornare indietro”. Quello che forse non si poteva immaginare è che l’avrebbero fatto con tanto di cariche e fruste. Al contrario, l’ala più estrema del partito di Biden si è stupita meno per l’accaduto e la Ocasio-Cortez, non si è fatta sfuggire l’occasione per cinguettare: “Non importa se il presidente sia repubblicano o democratico. Il nostro sistema di immigrazione è basato sulla crudeltà e sulla disumanizzazione degli immigrati. L’immigrazione non dovrebbe essere un crimine”.

Democratici all’angolo

Biden si trova dunque con un altro grande grattacapo al confine sud del paese, dove si sono ammassati quasi 10mila haitiani in attesa di conoscere il loro destino. E con una possibile seconda crisi umanitaria alle porte. Si calcola che dal suo insediamento si siano mossi verso gli Stati Uniti circa 30mila migranti provenienti dal centro America. Molti di loro attirati proprio dalla finta benevolenza del presidente. Lo stato del Texas da solo non ce la fa a reggere un fenomeno di tale portata e a sorvegliare l’intera linea di confine. Per questo chiede rinforzi e soluzioni in tempi brevi. Ma la sensazione è che questa amministrazione sia impreparata anche su quel fronte. La sinistra americana, infatti, in questi primi mesi di governo, non sta perdendo occasione per dimostrare la propria incapacità. Trump non sarà forse stato uno stinco di santo ma almeno sapeva quel che faceva. I suoi avversari politici, invece, non sono né buoni come vogliono far credere, tantomeno efficaci. Fanno le guerre e vincono i Nobel per la pace. Criticano i muri e vanno di frusta. Solamente in un senso possono essere definiti “buoni”. Sì, buoni a nulla.

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