Nel mondo sardina di Black lives matter sarà razzista pure il Negroni

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L’inverosimile asfalta il possibile, la realtà ci supera, l’incubo totalitario, che per qualcuno è un sogno, prende corpo. Le proteste, vibranti di ginocchi, contro i visi pallidi si autoalimentano in un trionfo forsennato di sacra intolleranza, hai presente il gioco delle tessere che cadono una addosso all’altra, secoli per costruire un mondo, minuti per cancellarlo. Non si salva nessuno, la censura oscura è spietata: bandito Calimero, dall’inequivocabile messaggio razzista, e con lui la lobby dei detersivi: big sbiancha. Cristoforo Colombo ha già fatto la fine che merita, c’è un video che vede una massa di bovini preistorici che lo tiran giù, gente, per dirla con Guareschi, che, aggiogata a un aratro, se la caverebbe egregiamente pur sprovvista dell’agilità e dell’intelligenza del bue.

Non basta, dagli USA all’Italia la protesta è tutta un’effervescenza, a Milano un oscuro movimento dei Sentinelli, o Sentinelle, facciamola corta: Sentinell*, vuol togliere di mezzo la statua di un autore peraltro minore, secondo il gigante Gad Lerner, certo Indro Montanelli, ai giardini pubblici di corso Venezia, nel punto esatto dove i compagni delle Br lo gambizzarono: subito la memoria storica del Pd si è detta entusiasta, il monumento dello schiavista gazzettiere verrà sostituito da una statua equestre di Cesare Battisti. Pugno duro, e soprattutto chiuso, in Inghilterra: via i trafficanti Colson, Milligan, giù dal piedistallo pure Churchill, e già il sindaco Khan, pakistano in fama di moderato, propone di procedere ad ulteriore revisione monumentale. Pensa se era esagerato. Londra chiama, Milano risponde: c’è una piddina italosomala, con la “L”, attenzione, che pretende analogo revisionismo scultoreo: decollati tutti quelli che non piacciono a lei. Intanto, a Trafalgar Square si annunciano roghi di libri sgraditi, poi si sa come continua la faccenda. Uno spettro si aggira per l’Europa, quello dei taliban da centro sociale: decollati Leopoldo II e Vittorio Emanuele, pure II. Roba da intellighenzia dem, abbreviativo di demente.

A testa in giù pure il generale confederale Lee, e non serve spiegare. Via nel vento l’immortale Via col Vento, con tutte quelle Mami, quelle caricature insopportabili. Non per niente, informa puntuta l’Ansa, “è uno dei film preferiti di Trump”. Orrore. Ma chi supera tutti a sinistra è la Migros, azienda dolciaria svizzera, quella dei cioccolatini Moretti: tolti dal mercato, potrebbero restare nel gozzo di palati particolarmente sensibili, inoltre mangiare un Moretto sa tanto di cannibale. Profondamente rivisti i cartoni animati: via le armi dai Looney Tunes, quelli di Bugs Bunny e Dinamite Bla: al posto di randelli e pistoloni, prodotti dell’orto a km zero in omaggio a Greta. A sinistra s’ode uno squillo, ancor più a sinistra uno squillo risponde: la Disney ripudia i suoi eroi, dagli Aristogatti a Paperino, e avverte: roba vecchia, figlia del suo tempo. Da noi la faccenda assume sempre un curioso sapor di cipollata e vino cartonato: c’è un tal Bobo Rondelli, che da quanto abbiamo capito sarebbe un Piero Ciampi che non ce l’ha fatta, il quale si scaglia contro Trump, “maiale bianco razzista”: lo rilancia Vasco Rossi, la popstar che si segnalò 40 anni fa con questi versi immortali: “È andata a casa con il negro, la troia”. Si vede che era un’iperbole. Se tutto questo vi sembra impossibile, assurdo, grottesco, sappiate che invece è vero ed è solo un debutto, per riesumare uno slogan caro alla sinistra ginocchiona.

Molto resta da fare, e va fatto in fretta, mondo pistola, come diceva Cocco Bill. Anzi, mondo sardina. Si potrebbe cominciare con l’abolire l’intera seria del tenente Colombo, per procedere poi con Biancaneve, svergognata ninfomane slavata di nanetti (già che ci siamo, cassiamo anche il sarcastico Nanni Moretti di Caro Diario, dove s’imbatteva in un film erotico Biancaneve e i 7 negri); estinzione chimica del Biancospino, pianta chiaramente provocatrice; rimontaggio analogico del Fantozzi di Luciano Salce, da cui verranno espunte le sequenze con la Bianchina; distruzione fisica di tutte le copie esistenti di Rocky, saga razzista dove un pugile bianco mena continuamente i neri e si permette pure di vincere; ovviamente, eliminazione totale di tutti i cinepanettoni con tanto di servitù colored, e reset della memoria, dalle teche Rai a youtube della vergognosa pubblicità del Tartufòn, quello che “s’è bòn”; fucilazione per il duo di dancepop anni ’80 Matt Bianco, ufficialmente disperso ma a quanto pare tuttora in attività; demolizione immediata di viale Biancamano a Milano, da riconvertire in viale Abebe Bikila; riconversione dell’aperitivo Biancosarti, abolizione della birra Moretti con quel vecchiaccio bastardo che se la beve tutto beato, si vede lontano un miglio che è uno schiavista. Per non parlare dell’amaro Montenegro, che è una carognata solo a spillarlo.

La lista di allunga di ora in ora: al bando il lucido da scarpe testa di moro, la tintura Testa Nera, le carte Dal Negro, il Negroni, l’aperitivo, il Negronetto, il salamino. Al macello, subito, adesso, Furia cavallo del West che beve solo caffè per mantenere il suo pelo il più nero che c’è: come si permetteva, quel cazzone pallido di Mal? Mentre per Carlo Conti, con quelle lampadate esagerate, saranno volatili per diabetici. Salvo, invece, per meriti acquisiti, don Biancalani. E allora il Colosseo? Lo si okkupa, ci si fanno i rave party anzirazzisti col cardinale elettricista a fare il deejay: Madonna e Bergoglio remix.

Resta anche la Colonna Traiana, ribattezzata però Colonna Troiona per adeguarsi alle nuove istanze del progressismo imperante. Quanto a Spike Lee, “in prima linea nelle proteste del Black Lives Matter”, la sua posizione è ambigua: sarà anche in prima linea, però si chiama come il famigerato generale bianco e questo basta e avanza a toglierlo di mezzo. Cammina, Spic & Span, prima che ti facciano correre. C’è sempre un nero più nero che ti fa nero.

Max Del Papa 13 giugno 2020

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