Chiesa

“Non è il caso”. Il retroscena sulla foto del Papa malato

Al fotografo personale del Pontefice arrivato davanti alla porta della sua stanza al Gemelli è stato chiesto di ritirarsi

Immagine generata da AI tramite DALL·E di OpenAI

Ogni immagine vale più di mille parole. Dopo giorni di intense terapie tra mascherine e cannule tutti sarebbero stanchi e la malattia, come dice Madre Teresa, può indebolire il corpo ma non deve mai privare la persona della sua dignità a maggior ragione il Papa che è anche un uomo anziano e molto stanco. Per questo è sacrosanto che rifugga foto e saluti dalla finestra dell’ospedale. E non c’è alcun giallo attorno a questa decisione.

Ai complottisti che infuriano con assurde tesi cospirazioniste sul web e parlano di un Papa già morto, ha risposto bene la Santa Sede dicendo che nemmeno un’immagine riuscirebbe a placarli. Certo la malattia lo ha fiaccato ma non vinto, e lo stesso Pontefice, quando sarà l’ora, istrionico com’è, si metterà in posa davanti alle telecamere. Proprio ieri, al suo fotografo personale arrivato davanti alla porta della sua stanza è stato chiesto di ritirarsi. «Non è il caso, neppure di spalle», gli hanno detto le persone che assistono il Santo Padre. Bergoglio è ancora in prognosi riservata e la sua situazione è complessa.

Fino al ricovero veniva curato da un volenteroso infermiere con dosi massicce di cortisone che ne hanno trasfigurato il volto. Del resto era proprio lui, con la caparbietà più bergogliana che conosciamo, che si era convinto che sarebbe passata presto. Arrivato al Gemelli e tolto il cortisone il quadro clinico, tra polmonite bilaterale e diabete è apparso sempre più drammatico e il look del Papa con la barba incolta è passato, come per tutti i pazienti a rischio, in secondo piano. Appena supererà questo momento, sorridente – come fece Wojtyla con quella foto dal Gemelli in canottiera bianca che commosse il mondo – anche Bergoglio si affaccerà e ringrazierà delle preghiere ricevute.

Forza Francesco, riprenditi, c’è il Giubileo che ti aspetta mentre noi aspettiamo fiduciosi la tua foto ora che abbiamo risentito finalmente la tua voce.

Luigi Bisignani per Il Tempo 7 marzo 2025

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