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(Non) lasciate perdere Fedez - Seconda parte

Ma no, diciamolo invece che questa specie di libertari è improbabile quanto tetra; che fa sorridere ma fa anche un po’ spavento perché tradisce il solito inguaribile virus della sinistra per cui simili zdanoviani lavorano visto che li fa lavorare: la prepotenza, l’odio mascherato da rispetto, l’incoerenza virtuosa, la censura sistematica. E che proprio il Fedez si lamenti della censura è un altro fatto, grottesco, di cui prendere nota. È stato fatto osservare che la destra è in miserabile ritardo nelle strategie di comunicazione specie quelle rivolte ad un possibile elettorato giovanile: giustissimo, ma se così è, se questo è rimarchevole, allora va altrettanto analizzata la strategia opposta, di una sinistra che usa i giovani cafoni arricchiti per appiattire qualsiasi dialettica.

Fedez è uno che, con l’aura del Che Guevara, tuona per il diritto di smaltare le unghie di suo figlio treenne e poi lancia una linea di smalti, quanto a dire il talento di fare soldi senza scrupoli e senza rimorsi; che la sinistra uno così lo adotti a modello non sarebbe notevole, non sarebbe discutibile?

Max Del Papa, 3 maggio 2021

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