Occhio a Galli: sono pronti a richiudere?

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galli variante indiana

Massimo Galli non ne vuol proprio sapere di riaperture.

Ora, noi non vogliamo contestare dal punto di vista scientifico le affermazioni del professore sulla pericolosità di questa o quella variante. Solo, ci domandiamo: se l’immunità di gregge è un miraggio, se le varianti sono destinate a renderci soggetti alle reinfezioni, se alcune di esse sono resistenti ai vaccini, dobbiamo concluderne che la pena non finirà mai?

Galli invoca misure di “mitigazione”, dunque interventi non farmacologici tra i quali, evidentemente, rientrano i lockdown. Ma seguendo il suo discorso fino in fondo, non è lecito neppure assumersi qualche rischio per provare a conciliare la vita (la vita normale, prima ancora che la libertà) con la sicurezza.

Galli, insomma, vede solo un pezzo del problema: c’è il virus, il virus muta, chiudiamo. Ma è un cane che si morde la coda, in assenza di interventi farmacologici che funzionino al 100%: perché anche se chiudi una settimana o un mese in più, non appena riapri, stando alla sua teoria, ti ritrovi punto e a capo. E allora? Restiamo chiusi per anni? Per decenni? Finché le mutazioni non renderanno il coronavirus più innocuo di un raffreddore?

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