Occhio ai “buoni” che odiano Salvini e Meloni

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I buoni non cambiano, non possono, loro sono così, in missione per conto corrente, dolcemente complicati, portagli delle rose, nuove cose e troveranno sempre un nuovo slancio per salvare il mondo. Eccoli, puntuali, nel loro uno-due di agosto (perché non riposano mai, non conoscono ferie, giusto qualche vacanzina a Formentera): una vicesindaca comunista di villaggio vuol cacciare Salvini da Milano Marittima, “la mia spiaggia”, lo fa con la volgarità vanitosa che contraddistingue i buoni e quando quello non ci casca la madama, un po’ frustrata, si moltiplica warholianamente sui social: ah, che gliel’ha cantata bene al cattivone. “Fai sfigurare la spiaggia”, gli dice: da che pulpito, si vede che ha rotto tutti gli specchi, ma loro, i buoni, sono così, convinti che la bellezza interiore riverberi fuori, sulla pelle. Dolcemente spelacchiati, portagli delle creme, nuovi lifting, che tra un po’ viene giù tutto.

Seconda parte: una ex sindaca lombardina, molto buona, punta Giorgia, la Meloni: “Troppo testosterone, sta diventando calva, brutta oltre che cattiva”. Parola di buona: Giorgia non è una donna, in sintesi. Anche questa ex sindaca piddina, ovvero nostalgica del comunismo di risacca, a vederla non parrebbe abbastanza ferrata da dare consigli di estetica, buona ma non bòna; ma si sa che le buone ex sindache hanno altro da fare, mica come le Giorgie. Tutta sostanza, la loro, ma di quella buona, anzi ottima direi. Con tanti saluti al body shaming, al sessismo, agli “odiare ti costa”, a proposito, che dice la tal Cathy qualcosa, il signore, o signora, facciamola breve, signor* avvocat*, quella che ogni anno nel solito giorno di settembre riceve la visita di un pizzaiolo e gli salva la vita, sempre lo stesso, ciclicamente, e dopo essersi inventata la campagna buonista sui social, talmente buonista che serve ad attaccare e minacciare a vanvera, vuol proporsi a sindac* di Bologn*, perché si sa che cumannà è meglio che fottere? Niente, non pervenuta, silente quasi come un Mattarella.

Non c’è due senza tre ed ecco incombere un’altra nota buonista, una buonara, la cantante Fiorella che si fionda contro i leghisti miserabili e senza cuore a proposito di una stamburata di governo durante una manifestazione di famiglie con parenti disabili (che il governo ha mollato al loro destino per l’intero lockdown, altro che suonare il bongo). Mannoia è implacabile come quando canta, è di un buonismo marmoreo, plumbeo e a tratti sconnesso come l’asfalto romano: “Fin dove può arrivare la bassezza umana. Questa era una manifestazione a favore della disabilita”. Si esprime come Alan Friedman, “la disabilita”, e dal suo tweet sussultorio ondulatorio sembra che la banda dei 4 con tamburo sia andata a caldeggiare chi sa quale iniziativa per menomare i cittadini (che poi è il reale senso del loro governo).

Ma bisogna capire, è licenza artistica e poi Fiorella è più buona che letterata. Magari, ecco, poteva tenere gli occhi aperti pure su quella vignettina in cui si vede Salvini con figlia (la figlia di Salvini non è mai risparmiata, ci fu un caporedattore Rai che voleva internarla in manicomio a 6 anni) e, dietro, un corpicino esanime spiaggiato: “Papà, quello chi è?”. “Nessuno, amore”. L’avesse fatto la bassezza umana in favore della disabilita, si parlerebbe di carognata; l’ha fatto la sinistra altissima, purissima, buonissima e si dice, a falangi compatte, che è satira, sopraffina, geniale, si sghignazza a denti cariati, si brinda al centro sociale o alla terrazza romana.

Un, due, tre, quattro: i restiamo umani non possono fermarsi mai, c’è sempre un motivo per correggere il mondo, loro passano dall’umanitarismo sulla bagnarola di Carola al conforto sullo yacht che scarrozza Maria Elena ma sono sempre vigili, sempre tesi al rinnovamento dello spirito: le sardine invitano ad abbracciare un migrante positivo, la confraternita dei virologi augura morte e distruzione a chi non si maschera, la veterinaria della buonamorte Ilaria Capua esordisce sul Corriere cinese parlando di musi umani, quell’altro grosso scienziato, il Galli che doveva fare la task force sessuale per comandare come congiungersi in tempo di Covid (missionaria mai, pecorina ok), sprizza malaugurio da tutti i pori. Ma lo fanno per noi, ci uccidono dolcemente per salvarci la pelle e, soprattutto, la coscienza.

Tu li vedi: stanano negazionisti, varano leggine per abortire l’embrione di un’idea dissidente, decidono se puoi avventurarti in spiaggia oppure devi sparire, gonfio di testosterone e di miseria umana come sei. Ce n’è pure per le giornaliste, puntualmente donne, prese di mira da diversamente maschi con le trovate più avvilenti. Gente che da piccina ha rimediato schiaffi, come da cresciuta del resto. Anche questi sono pieni d’amore: per loro stessi, ma è un brutto vivere solo a guardarsi: sembrano la réclame del rachitismo.

E alla fine sul ponte arriva Conte e spunta l’arcobaleno sul Conte, il che, a pensarci bene, tutto è tranne che sorprendente. Buoni, sì. Proprio buoni. Buoni de che? Buoni a niente, ma capaci di tutto.

Max Del Papa, 5 agosto 2020

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