Il video choc

“Ora basta: se non possiamo usare il manganello, toglietecelo”

Lo sfogo degli agenti dopo l’ordine choc arrivato a Torino durante le manifestazioni di antagonisti e centri sociali: “È il fallimento dello Stato”

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Ieri vi abbiamo mostrato un video che ha del clamoroso: durante gli scontri di Torino tra polizia e centri sociali, antagonisti e presunti studenti, agli agenti in tenuta anti-sommossa è stato ordinato di non utilizzare i manganelli. Ma di contenere i manifestanti con la sola forza dello scudo. Abbiamo dunque chiesto a Pasquale Griesi, coordinatore nazionale Reparti Mobili Fsp Polizia di Stato, perché il manganello crea così tanti problemi da spingere i dirigenti – coordinatori del servizio d’ordine – ad invitare i colleghi a non utilizzarli. Come se fossero uno strumento di violenza gratuita e non legittima.

Il nostro amato Presidente della Repubblica, dopo gli scontri di Pisa, ha detto che “il manganello contro gli studenti dimostra un fallimento”. Nulla di più vero, mi trova pienamente d’accordo.

Parliamo però del fallimento della famiglia, poco o per niente attenta ai propri figli. Del fallimento della scuola (fortunatamente non tutta), di coloro che insegnano a sognare come i brigatisti. Perché per certa gente “picchiare un fascista o un poliziotto per loro non è reato”.

Vi è anche il fallimento è dello Stato che non è riuscito ad insegnare ai propri cittadini le regole base dell’esistenza civile, della nostra fantastica democrazia, e ha deciso che punire non è la strada giusta (mancanza di certezza della pena), tanto da fare capire a questi soggetti che le loro azioni non avranno alcuna conseguenza facendo parte di una presunta “resistenza” a non si sa cosa. Vi è il fallimento dello Stato che delega alle forze dell’ordine il compito di mettere una pezza ai propri errori, nel più tipico dei ritornelli italiani: “Armatevi e partite” ma guai a sbagliare, “raccogliete l’immondizia ma guai a sporcarvi le mani” .

Quando un dirigente invita i poliziotti ad usare “solo lo scudo, non il manganello” sapete cosa sta dicendo? Ve lo spiego: sta dicendo “siete sacrificabili”. Perché quei ragazzi non devono passare, ovviamente, ma non possono essere sfiorati. Dunque “fate scudo con il vostro corpo, non menateli, piuttosto fatevi menare”.

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C’è chi ha detto che il manganello è uno strumento didattico, suscitando indignazione e critiche da parte di molti che hanno considerato queste parole un’inaccettabile giustificazione della violenza e un attacco al diritto di manifestare pacificamente. Ed è proprio qui che vorrei attirare la vostra attenzione, pur sottolineando che non avrei usato la parola “didattico”: ogni qualvolta che io e miei colleghi utilizziamo il tanto discusso manganello è per proteggere degli obiettivi e garantire il diritto di manifestare a tutti, nessuno escluso. In ogni caso, lo sfollagente viene adoperato per fermare una violenza o resistenza come abbiamo visto in buona parte di queste manifestazioni ma che a qualcuno piace drammatizzare e cercare di riaccendere il dibattito sul pericolo fascista, dimenticando che i poliziotti sono al servizio dei cittadini, dello Stato e non dei governi di turno.

C’è ancora chi parla di “clima di repressione”. Ma mentre puntate il dito verso i poliziotti manganellatori, denigrandoli e delegittimandoli, non vi accorgete che questi manifestanti violenti vi stanno negando diritti fondamentali, non vi fanno parlare all’interno delle università, danneggiano pesantemente le nostre città, le nostre proprietà private, causano danni ingenti e picchiano i poliziotti. Senza considerare che in più occasioni hanno attentato alla vita degli agenti e dei residenti che purtroppo abiano nelle zone dei disordini.

Mi dispiace dirvelo, ma avete sbagliato completamente l’obiettivo. Il fascismo che ha terminato la propria esistenza circa 80 anni fa è stato sostituito dal terrorismo. È ora che tutti gli apparati dello Stato facciano ciò per cui sono preposti. È ora di fermarli prima che sia troppo tardi. I nostri feriti sono un bollettino di guerra, e questo non è più accettabile.

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