Parte la “stretta”: sospesa la poliziotta anti green pass

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La decisione era nell’aria. Ma certo la notizia arriva subito dopo gli scontri alle manifestazioni no pass, durante il moto di indignazione per i fatti alla sede della Cgil, nel mezzo di una prossima stretta governativa contro le manifestazioni. Un fatto che sarebbe di per sé quasi scontato, ovvero la sospensione dal servizio del poliziotto ribelle anti green pass, diventa all’improvviso significativo come dato politico. Visti gli ultimi caotici avvenimenti.

Il vicequestore anti green pass

Un paio di settimane fa Nunzia Alessandra Schilirò, 43 anni, vicequestore, era diventata la star del momento. Per alcuni paladina per la libertà, vista la sua avversione al green pass obbligatorio al lavoro. Sovversiva arringa-popolo per la stampa tutta, colpevole di aver gridato contro quello Stato che avrebbe giurato di servire. Sul palco di Piazza San Giovanni, Schilirò aveva tenuto un lungo e articolato discorso. Aveva parlato di “pensiero dominante”, di “tessera della discriminazione“, di un lasciapassare verde “incompatibile con la Costituzione” e via dicendo. Sosteneva di averlo fatto a titolo personale, perché non indossava la divisa. E forse rappresentava quei circa 19mila agenti che ancora non si sono sottoposti a vaccinazione: 15 ottobre dovranno rimanere a casa, rischiando di lasciare sguarnite le strade delle nostre città.

Poliziotta sospesa dal servizio

Il ministro Lamorgese aveva annunciato un provvedimento disciplinare. Lei se lo aspettava e si era detta pronta ad “andare avanti sempre, con o senza divisa”. Poi in suo soccorso è arrivato anche il neonato sindacato Cosap che l’ha nominata dirigente, così da garantirle una futura copertura sindacale nell’esposizione delle sue idee. Le all’inizio acque parevano essersi calmate. La Schilirò è tornata al lavoro. E sabato non s’è fatta vedere in piazza durante gli scontri tra manifestanti e polizia (“il green pass non sarà mai revocato usando la violenza”). Ma poi l’assalto alla Cgil ha riaperto la ferita. Lei sui social prima s’è mostrata solidale sia con i colleghi aggrediti che con i manifestanti, cui aveva “raccomandato di allontanarsi” dal corteo “al primo segnale di provocazione”, vista la presenza “di gruppi che nulla avevano a che vedere con lo spirito pacifico della manifestazione”. Poi aveva aggiustato il tiro. Oggi, infine, la notizia – rivelata dall’Adnkronos – della sua sospensione in via cautelativa dal servizio e delle funzioni.

Schilirò ha confermato tutto sulla sua pagina Facebook, precisando però che la sospensione inizierà da domani. Di oggi è invece la decisione di revocare l’iscrizione al sindacato Cosap, per ora senza dare spiegazioni. Possono aver pesato le frasi scritte questa mattina? Il vicequestore aveva chiesto infatti “come cittadina e come sindacalista” la “punizione dei poliziotti che hanno picchiato i manifestanti senza alcuna provocazione”. “All’inizio, per buona fede, sono stata ingannata – sottolinea – ma poi ho visto alcuni filmati dove si evince un riprovevole comportamento di alcuni poliziotti. È buffo come io sia perseguita e quasi arsa sul rogo per aver manifestato pubblicamente e libera dal servizio il mio pensiero, invece, passa sotto silenzio chi picchia un cittadino. Come mai nessun giornale o televisione mainstream ha trasmesso quelle scene ?Viva la libertà”.

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