Cronaca

“Partner a casa” anziché “casalinga”. Google sceglie per voi le parole “inclusive” - Seconda parte

L’ultima follia del politicamente corretto. Un algoritmo che “avvisa” in caso di parole poco “inclusive”

Anche le religioni dovrebbero riscrivere le Sacre Scritture, pensiamo al famoso passo del Vangelo dove Gesù dice: “non veni pacem mittere sed gladium”, tradotto, “non sono venuto a portare pace, ma una spada”, versetto chiaramente simbolico, dove in una prospettiva teologica, la spada è il Verbo, la Parola che divide i fedeli dagli atei. Ma delegando tutto all’interpretazione dell’intelligenza artificiale, questo versetto potrebbe essere considerato come invito alla violenza, se non addirittura alla guerra. Ho voluto esasperare volutamente il discorso, proprio per evidenziare i risvolti assurdi ed i condizionamenti che potrebbero palesarsi. Anche immaginando l’uso in futuro “non obbligatorio”, sempre restando nel campo delle ipotesi, nel momento in cui la maggioranza della popolazione decidesse di osservare questi suggerimenti “dogmaticamente”, potrebbe configurarsi un mutamento sociale di forte impatto.

Ovviamente, la funzione Google è un algoritmo che punta teoricamente a facilitare il lavoro, ma in un mondo dove sempre più la realtà virtuale si spinge ad entrare nelle nostre vite è lecito chiedersi fino a che punto desideriamo delegare le nostre attività all’intelligenza artificiale e, soprattutto quanto desideriamo farci invadere nel privato dalla tecnologia?

Carlo Toto, 25 aprile 2022

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