Il libro La virtù dell’egoismo è fin dal titolo splendidamente scandaloso. Il pensiero della sua autrice lo è altrettanto ed è in contrasto profondo con tanta parte di quella che siamo abituati a pensare come “normalità”. Ma proprio per questo ci sfida con la sua potente lucidità, la sua implacabile forza e la sua stringente razionalità.
La virtù dell’egoismo è la raccolta di scritti in cui Ayn Rand spiega con chiarezza quelli che sono gli assi portanti del suo pensiero a partire dalla la vita del singolo uomo come fine e valore in sé. L’essenza dell’etica randiana sta nel fatto che “proprio come la vita è un fine in sé, così ogni essere umano vivente è un fine in sé, non il mezzo per i fini o il benessere degli altri.” L’uomo deve vivere per il proprio interesse “senza sacrificare se stesso agli altri né sacrificando gli altri a se stesso. Vivere per il proprio interesse significa che il raggiungimento della propria felicità è il più alto scopo morale dell’uomo.”
Se la vita individuale è per Rand il valore ultimo, il fine in sé, le tre virtù attraverso le quali lo si realizza sono razionalità, produttività e orgoglio. Se la razionalità deve essere la guida dell’individuo, la produttività è il processo attraverso il quale la mente dell’uomo mantiene la sua vita e gli dà il potere di adattare l’ambiente a se stesso. L’orgoglio è il guadagno morale che l’uomo riceve dall’esercizio delle due precedenti virtù: è fierezza per la propria adesione razionale al mondo, per l’esercizio e la valorizzazione delle proprie capacità realizzandosi come proprio stesso fine.
Per Rand, nulla è dato sulla terra all’uomo eccetto una potenza individuale, e il materiale con cui tradurre questa potenza in atto. Tutto ciò di cui l’uomo ha bisogno deve essere appreso, scoperto e prodotto da lui stesso. Ciò che non può produrre o scoprire lui, lo riceverà attraverso lo scambio con altri come lui.
Michele Silenzi, 5 giugno 2023