Quando le “risorse” usano il machete

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Scrivo da Fermo, dove ultimamente c’è stato un po’ di movimento: una risorsa nigeriana s’aggirava con una roncola, un machete, una scimitarra, quello che era, comunque una roba che con un fendente ti stacca una testa e alla fine l’hanno preso, stava al Lido, sul mare, un posto adatto a mimetizzarsi, pullulante di risorse affilate. Questo in specie s’aggirava da giorni al cimitero, dove taglieggiava, all’occorrenza anche alla lettera, con un coltellaccio, i mesti visitatori; dopo è passato al machete e s’aggirava intorno a un plesso scolastico con centinaia di studenti, discretamente terrorizzati: fin troppo facile il riaffiorare di Kabobo, altra risorsa che nel 2013 al quartiere Niguarda di Milano ne squartò tre a picconate; subito riconosciuto come squilibrato.

Anche questo di Fermo è passato immediatamente per svalvolato, e con questo ci si limita all’ovvio, è chiaro che uno che va sbandando facendosi vento con un machete, tanto bene di testa non ci deve stare; più interessante sarebbe chiedersi come mai tutti i lunatici del mondo arrivano qua, ma non complichiamoci la vita, che poi capace che partono i mal di pancia dell’Ordine, di Art.21, dell’Anpi, dell’Arci, e son dolori. Alle corte: la risorsa in roncola è stata arrestata e qui comincia l’ennesima storia intollerabilmente razzista, perché il gip gli contesta addirittura il tentato omicidio ed è palese che si tratta di accanimento pregiudizievole al limite della xenofobia: ma come fa uno a volere ammazzare un altro se non sa cosa sta facendo? Se la sua mente è altrove?

Né è lecito, lo diciamo a beneficio di quel magistrato prevenuto, limitarsi a considerazioni psichiatriche, dovendosi altresì affrontare la questione da un punto di vista squisitamente sentimentale: è evidente che il ragazzo non ha ricevuto abbastanza amore, come disse quell’attrice per giustificare una risorsa pugile che l’aveva presa a pugni per strada; lucidissima dopo essere stata medicata, la giovane artista aveva proclamato, indefessa: no al razzismo, non cambierò le mie convinzioni. Brava, così ragiona una che resta umana, anche se con un occhio nero. Di più. È noto a tutti che la pazzia non esiste, come diceva Basaglia meritorio, folle è la società alienata e alienante, che crea l’uomo a una dimensione, che distrugge le risorse, malato è il capitalismo che distrugge il pianeta, come scandiscono i ragazzi di Greta che la sanno lunga.

Bisogna integrare di più e meglio, se a uno con la mannaia gli dai subito la cittadinanza, tutto va a posto. Ius sanguinis versato, ci vuole: è il Pd a spiegartelo, stai sereno. Sia dunque liberata la risorsa di un mondo che non deve avere limiti e confini e barriere e bandiere, e, se proprio c’è da carcerare qualcuno, allora si peschi Salvini, che, come spargitore d’odio, è quello che origina tutto questo. E se davvero si vuole ospitare qualcuno in manicomio, non c’è di meglio della figlia di Salvini, di anni 6, come consigliava quel caporedattore della Rai verso il quale avevano annunciato provvedimenti ma poi non se n’è saputo più nulla e probabilmente lo promuoveranno per avere sparso così tanto amore.

Max Del Papa, 6 ottobre 2019

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