Salute

L'allarmismo pandemico

“Quarta dose? Un sospetto viene…”. Il tweet di Bassetti sulle dosi in scadenza

Mentre prosegue la politica allarmistica sul Covid, il virologo mette in guardia i chiusuristi

Salute

La politica di allarmismo e spargipanico sulla pandemia continua a progredire incessantemente. Dopo i titoloni dei giornali mainstream, circa l’aumento dei contagi e della positività di questi ultimi giorni, ecco che arriva l’intervento a gamba tesa anche dell’Organizzazione Mondiale della Sanità: gli Stati nazionali devono ripristinare le restrizioni. Proprio Così. In un mondo in cui tutti i Paesi, fatta ad eccezione della Cina e dell’Italia, dove in alcuni luoghi chiusi è ancora obbligatorio l’uso della mascherina, il resto del globo ha ricominciato a vivere, a tornare a quella che era la quotidianità prima di quel tragico febbraio 2020.

Il fallimento della quarta dose

Nel totale cataclisma mediatico, che i chiusuristi e le viro-star stanno creando, una voce fuori del coro rimane quella dell’infettivologo Matteo Bassetti. Il Direttore della Clinica Malattie Infettive, dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova, con un messaggio su Twitter, si è espresso contrario all’apertura indiscriminata della quarta dose per tutti gli over 60: “È molto sbagliato mettere sullo stesso piano un 60enne sano con un 90enne cardiopatico e diabetico. Assisteremo alla cronaca di un fallimento annunciato. Ormai ci siamo abituati.”

Insomma, per Bassetti, la quarta dose di vaccino sarà una débâcle sotto tutti punti di vista. E i numeri, fino ad oggi, certificano questa sensazione: solo il 30 per cento degli aventi diritto, infatti, ha ricevuto la somministrazione della nuova dose. Addirittura, la percentuale scende al 22 per cento, se prendiamo in considerazione la popolazione che ha fatto la prima dose booster da almeno quattro mesi; all’otto per cento, invece, per coloro che hanno contratto il Covid dopo la terza dose e sono guariti da massimo 6 mesi.

Le dosi cominciano a scadere

Oltre al danno, si aggiunge anche la beffa. A fine luglio, infatti, scadranno circa 120mila dosi di vaccino, mentre al termine della stagione estiva si arriverà addirittura alla cifra di un milione di vaccini cestinati. Esatto, siamo dinanzi al classico spreco di soldi pubblici italiani, ingrassato dalle smanie allarmistiche, chiusuriste e cacofoniche dei “competenti” sanitari, delle fobie Speranzose e della gufate ricciardiane.

Trasmettere ansia e paure, senza guardare i dati clinici, quelli veri, è diventata una politica di puro professionismo per le viro-star. Mentre l’Oms ci dice che dovremmo rinchiuderci in casa, i dati Agenas, riguardanti i posti occupati in terapia intensiva, raffigurano una realtà ben diversa. Le Ti, infatti, sono occupate solo per il 4 per cento, a livello nazionale, con una particolarità da non sottovalutare: oltre il 70 per cento dei ricoverati è entrato in ospedale per malattie diverse dal virus. Ergo, ci troviamo nella situazione, in cui sette intubati su dieci sarebbero stati portati lo stesso in terapia intensiva, indipendentemente dal fatto che avessero contratto il Covid-19 o meno.

Insomma, la situazione è totalmente sotto controllo. Anzi, possiamo dirlo ufficialmente: dopo due anni, il virus è diventato una semplice influenza, risolvibile in modo asintomatico o paucisintomatico, e che non ha più nulla a che fare con ciò che abbiamo conosciuto durante la prima o la seconda ondata. Eppure, nonostante questi dati rassicuranti, qualcuno vuole sempre rovinarci l’estate. Forse perché non più contattati dai talk show televisivi? Rimane solo una nostra supposizione.

Matteo Milanesi, 13 luglio 2022

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