Emergenza povertà

Quei problemi (reali) che non fanno gola alla sinistra

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aumento povertà

Mentre la sinistra arcobaleno è concentrata sul gossip Meloni-Giambruno per avallare la tesi secondo cui la famiglia “tradizionale” è un mero ” feticcio ideologico” – Riccardo Magi, segretario di +Europa, dixit – 2 milioni di famiglie italiane versano in povertà assoluta. Precisamente, nel 2022, si è parlato di poco più di 2,18 milioni di famiglie che vivono in questa condizione per un totale di oltre 5,6 milioni di individui. Nel Mezzogiorno la situazione è più disastrata rispetto al Nord e al Centro. Infatti, la percentuale di famiglie in povertà assoluta nel Mezzogiorno è pari al 10,7%, 7,5% al Nord, 6,4% al Centro.

Uno scenario disastrato che trova amara conferma nell’omicidio-suicidio commesso questo ottobre da una giovane madre. La trentunenne si è gettata da un ponte mentre le figlie gemelle, due bambine di 5 anni, sono state trovate nei loro letti senza vita. La precarietà e la depressione in cui versava la donna, l’hanno spinta al gesto estremo. Da quanto è stato riportato dagli agenti, l’abitazione era poco mobilitata e c’era a malapena del cibo.

E, a proposito di minori appartenenti a famiglie che versano in uno stato di povertà, occorre da ricordare che, in quelle che vivono in uno stato di esclusione sociale ed economica, il 41% dei minori non frequenta la scuola media superiore, il 60% non ha mai letto un libro, il 62% afferma di non saper esprimere felicità e la metà dichiara di non mangiare tre pasti al giorno. Ma anche i momenti di mero svago rappresentano un vero e proprio privilegio. Infatti, solo il 21% fa passeggiate all’aria aperta, in netto calo rispetto al 41% del periodo pre-covid.

Anche per quanto concerne lo sport la situazione non migliora: si è passati dal 29% prima della pandemia al 21%. Questi sono solo alcuni dei dati agghiaccianti rilevati dall’Indagine sulla povertà educativa in Italia, realizzata dalla fondazione L’albero della vita con la supervisione scientifica dell’università di Palermo e presentata al palazzo Theodoli-Bianchelli della Camera dei deputati. Dati allarmanti che dimostrano come la povertà economica incida su quella educativa e che diventano una vera e propria vergogna se si verificano in un Paese la cui Costituzione riconosce e tutela la famiglia, la maternità e l’infanzia. Una situazione di povertà e degrado, che si può toccare con mano nelle periferie delle città italiane dove regnano spaccio, droga ed occupazioni abusive.

Tra queste, basti pensare a Caivano, un’area di spaccio senza pari in Europa, dove dilagano povertà e camorra in fatiscenti palazzine di edilizia popolare nella campagna confinante con la provincia di Caserta.

Degrado e violenza che riguardano anche tante altre periferie italiane. Tra queste da ricordare quelle della Capitale, come il quartiere di Tor Bella Monaca o il quartiere nordorientale di San Basilio, dove in azioni criminali vengono coinvolti insospettabili come ragazzini e anziani. Da ricordare anche lo Zen di Palermo, in cui si registra uno dei tassi di abbandono scolastici più alti d’Italia e nel quale giovani e giovanissimi cercano di combattere la miseria dandosi allo spaccio. Sempre in Sicilia, a Catania, c’è Librino, il quartiere dalle occupazioni abusive, tra cui spicca quella del “palazzo di cemento”, noto centro di degrado e criminalità.

Al Nord la situazione non migliora. Basti pensare a Porta Palazzo, piazza del mercato principale di Torino o a Quarto Oggiaro, il “Bronx”, a Milano. Quartieri dove lo spaccio e violenze soprattutto tra giovanissimi fanno da padroni. Begato, per quanto riguarda la periferia di Genova nord, un tempo noto come “quartiere dei morti ammazzati” per l’alto numero di omicidi. Stando così le cose, chissà, magari una volta finito il gossip sull’avversario politico, i vari Zan e Magi inizieranno ad occuparsi di problemi veri, seri e reali anziché andare a caccia di “feticci ideologici”.

Nemes Sicari, 29 ottobre 2023

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