L'evasione fiscale

Redditi, auto, case: oggi scatta il Grande Fratello fiscale

Nonostante siamo il Paese più tassato in Europa, il governo si inventa nuovi strumenti per monitorare gli italiani: ecco l’algoritmo

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L’imperante statalismo italiano non sembra mai conoscere la parola fine. Dopo il vertiginoso aumento della pressione fiscale, a causa di pandemia, guerra ed inflazione, che ha raggiunto l’otto per cento, mai così alta dal 1986, i cittadini della Penisola dovranno affrontare ulteriori asfissianti controlli burocratici, come se quelli presenti non fossero già abbastanza.

L’algoritmo contro l’evasione

Grazie all’approvazione del decreto a firma del ministro dell’Economia, Daniele Franco, il governo ha dato il proprio via libera per la nascita di un algoritmo anti evasione, a disposizione dell’Agenzia delle Entrate. Il sistema sarà in grado di individuare, monitorare e poi colpire tutti i furbetti delle tasse, attraverso la pluralità di informazioni immagazzinate all’interno delle banche dati. E quindi estrapolandole da redditi, immobili, automobili, rapporti finanziari, ecc.

In tal modo, il Fisco riuscirà a captare tutte le prove sufficienti per controllare i contribuenti che potrebbero evadere, i quali riceveranno per lettera un’intimazione, con la richiesta di spiegare tutte le anomalie.

Secondo i primi dati messi a disposizione, l’utilizzo di questo algoritmo permetterà allo Stato di recuperare almeno due miliardi di euro, 197 milioni di versamenti di F24 e quasi un miliardo di dati necessari per la precompilata circa spese mediche, assicurazioni e contributi.

Il progetto era già nell’area da un paio di anni ed ora è diventato realtà: il governo Draghi ha messo in moto una bestia statale, capace di controllare, fino all’ultimo centesimo, i movimenti finanziari degli italiani, nonostante siano già il popolo più tassato in Europa.

Siamo il popolo più tassato d’Europa

Ad aprile, infatti, il Consiglio nazionale dei commercialisti, nel corso di un’audizione sul Def presso le commissioni Bilancio di Camera e Senato, ha riferito come la pressione fiscale italiana abbia raggiunto l’apice del 49 per cento, un punto percentuale in più rispetto al periodo prepandemico, divenendo la più alta in tutta la comunità europea.

Il fenomeno appare decisamente curioso, visto che l’evasione continua ad aumentare di anno in anno, nonostante i continui incrementi di tasse. Nel 2021, infatti, si è registrato un accrescimento del 4,7 per cento in termini di elusione fiscale. E proprio l’Italia, guarda caso, oltre a detenere il primato in termini di imposte, si posiziona sul gradino più alto del podio anche nella classifica europea dei Paesi maggiormente evasori.

Gli statalisti seriali parleranno di pura coincidenza. Eppure, per noi liberalconservatori, favorevoli al libero mercato, non lo sembra affatto. In questo caso, viene d’aiuto l’ormai intramontabile sistema del Regno Unito. Nell’attuale situazione economica, un italiano risparmierebbe circa cinquemila euro se dovesse pagare le tasse in Uk, Paese nel quale, per tutti i cittadini con una retribuzione inferiore a 50mila sterline, vige un’aliquota del 20 per cento, al posto di quella italiana pari al 35. Guarda caso, anche qui sarà pura coincidenza, il livello di evasione britannica è di gran lunga inferiore a Francia, Germania e Spagna, è pari alla metà della media europea, mentre è più di 11 punti percentuali inferiore a quella italiana.

Sarà, forse, che Londra, Manchester, Bath, Newcastle e tutte le altre città britanniche siano abitate da persone più responsabili, diligenti, adempienti ai propri doveri fiscali. Nonostante tutto, con estrema umiltà, ci permettiamo di sottolineare questa evidente anomalia: i Paesi dove si pagano meno tasse sono quelli dove c’è minor evasione fiscale. Un consiglio, rigorosamente non richiesto, al ministro Franco: vuole diminuire i furbetti? Allora, abbassi la tassazione. Semplice.

Matteo Milanesi, 1 luglio 2022

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