Regime sanitario: ci controllano pure il cibo da asporto

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di Carlo Toto

Ormai il “popolo sovrano” del primo articolo della nostra Costituzione è così assuefatto ad ogni tipo di restrizione della libertà, che anche quelle più inverosimili sembrano non scalfirlo minimamente. Secondo quanto riportato da Lanazione.it, il comandante dei vigili Poponcini propone una linea durissima e di massimo rigore.

Controlli sul cibo d’asporto

Pasqua e Pasquetta in sicurezza anti-Covid: è questo il comandamento che la polizia municipale intende far rispettare a ogni costo. «Il rischio contagio – dice Aldo Poponcini che guida gli agenti – si alza in modo esponenziale proprio in coincidenza con le festività, si tende ad allentare la prudenza, a incontrare più persone, a radunarsi nelle case».

E qui entra in gioco la stretta sul cibo d’asporto. «I miei agenti andranno a controllare le quantità dei prodotti da asporto: se c’è cibo per quindici o venti persone, è chiaro che sia destinato a un pranzo o a una cena di familiari e amici con gente radunata ben al di là del consentito. E agiremo di conseguenza».

Con il massimo rispetto per le idee ed il lavoro del comandante Poponcini, di seguito riportiamo le nostre perplessità e considerazioni sulle conseguenze di tali iniziative.

Libertà abolita in nome della sicurezza

Tutto giustificato in nome della sicurezza? In tutto questo si tende ad ignorare che nei giorni festivi potrebbe non esserci nessun parallelo tra cibo acquistato ed assembramenti in case private, in quanto, le persone potrebbero procacciarsi del cibo per mangiare in più o regalarlo ai parenti ed amici per donare un sorriso e vivere quei brevi momenti di convivialità e felicità necessari alla salute. Inoltre, questo schema configura appunto, l’impossibilità di predisporsi anche mentalmente al fare dei regali ai nostri cari. Desideriamo ricordare a beneficio di tutti che durante la Pasqua è naturale per ognuno di noi acquistare Uova di Pasqua, Colombe ed altri tipi di alimenti proprio con il fine di donarli alle persone amate. Questo continuo amplificarsi di proposte “autoritarie e liberticide” rischiano di distruggerla la salute in modo definitivo invece che tutelarla.

Lotta contro il virus o contro la libertà?

Notiamo con amarezza che oggi nell’intercalare del linguaggio quotidiano si ripetono come un “Mantra” da parte di chi è al potere sempre le stesse parole: “lockdown”, “distanziamento sociale”, “necessità di misure più rigide”, “non abbassiamo la guardia”.  Purtroppo anche i cittadini sembrano oramai seguire acriticamente la “neolingua politicamente corretta” che non accetta nessun dissenso, ma chiede solo l’adeguamento ad ogni nuovo comando, anche al costo della distruzione delle libertà personali.

In tutto questo scenario catastrofico, dove la comunicazione è sempre martellante sui soliti due binari: “vaccini” e “restrizioni”, ricordiamo agli italiani per l’ennesima volta che il virus è necessario sconfiggerlo mettendo in campo la cultura della prevenzione attraverso il potenziamento del sistema immunitario, favorito dalle camminate all’aria aperta e la sana attività fisica in palestra, luoghi ormai sempre chiusi, una corretta alimentazione, valutando cure alternative e restando in contatto con il proprio medico.

Ma soprattutto la lotta al virus deve esser affrontata con il coraggio, assumendosi quella dose di rischio necessaria per vivere serenamente in piena libertà. Tuteliamo la salute e salvaguardiamo la libertà.

 

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