Ricciardi a mandorla: lodava la Cina, attacca gli inglesi

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“Grazie, Cina!”, twittava Walter Ricciardi il 17 marzo. L’emissario italiano all’Oms, nonché consulente del ministero della Salute, spernacchiava gli inglesi, che s’erano appellati ai loro produttori per radunare i respiratori. Noi – furbi – chiedevamo l’elemosina a Pechino, che così ha potuto fabbricare, oltre a ventilatori e mascherine, pure uno spottone a uso e consumo della propaganda interna. Alla fine, il Dragone avrebbe persino provato a convincere il globo che, in realtà, il virus era partito proprio dal Belpaese. Grazie, Cina!

Oggi, Ricciardi riprende il filone della polemica anti britannica: la Perfida Albione, attacca sul Messaggero, ha nascosto per tre mesi la sua variante di Sars-Cov-2. È vero? Boh. Certo, fa ridere che la denuncia parta proprio dall’uomo che, sulle omissioni del regime comunista, non ha mai speso una parola. Se Pechino ci avesse avvisato prima, quante vite avremmo salvato?

Il Dragone? Un esempio

A giugno, il professore ci esortava a “fare come la Cina”. Per carità: il tema era la riapertura delle scuole in sicurezza, mica l’arte dell’occultamento. Chissà se “l’ultimo guappo” – dal titolo di una commedia di cui fu interprete in gioventù – aveva in mente gli alunni con il metro appiccicato in testa per calcolare la distanza.

D’altronde, i colleghi del supertecnico, a cominciare del capo dell’Oms, Tedros Adhanom, nel gennaio scorso, coprivano di lodi la Cina. Lui, a ottobre, applaudiva: “Hanno aperto gli ospedali Covid”. E l’esortazione, ovviamente, era quella: “Fare come la Cina”.

Roma, in effetti, ha preso esempio: per non mettere in imbarazzo Roberto Speranza, Ranieri Guerra, numero due dell’Oms (la “foglia di fico” del governo, la definiva), ha fatto sparire il report che liquidava come “creativa e caotica” la nostra risposta all’epidemia.

Le risatine su BoJo

Nel surreale febbraio di “Milano non si ferma”, Ricciardi non aveva abbracciato un cinese, come chiedevano Dario Nardella e Nicola Zingaretti. A fine lockdown, tuttavia, aveva le idee chiare: Cina bravissima e Covid free, riapriamo i voli; Usa reprobi e infetti, aeroporti chiusi.

Che a lui e ai suoi colleghi non stessero simpatici i conservatori anglosassoni, osceni negazionisti, era ormai assodato: pochi mesi prima, Roberto Burioni e Pierluigi Lopalco sghignazzavano su Twitter per il contagio di Boris Johnson. Oggi, Ricciardi muove al suo gabinetto un’accusa singolare: ha tenuto a lungo nascosta la variante inglese. Toh: ha fatto come la Cina.

Alessandro Rico, 21 dicembre 2020

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