Si è tenuta ieri, nella cornice di Palazzo San Macuto, presso la Sala del Refettorio, la presentazione del volume Non ti scordar di me, dedicato al genocidio armeno. L’iniziativa ha offerto un’occasione di riflessione collettiva sulla necessità di custodire la verità storica, contrastare ogni forma di negazionismo e rinnovare l’impegno della politica nella difesa della memoria.
Ad aprire l’incontro è stato il Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, che ha richiamato il “dovere di verità” delle istituzioni nel raccontare una delle pagine più drammatiche del Novecento. Un dovere morale e civile, ha sottolineato, che riguarda soprattutto le nuove generazioni, chiamate a riconoscere e affrontare le conseguenze della storia in un mondo ancora attraversato da conflitti e tensioni.
Il Ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ha insistito sull’importanza della documentazione storica come fondamento della memoria. “Quod non est in actis, non est in mundo”, la mancanza di prove rischi di alimentare narrazioni distorte, aprendo la strada a una pericolosa rimozione collettiva del passato.
Un forte richiamo alla responsabilità del linguaggio e delle istituzioni è arrivato da Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito Democratico, che ha denunciato con fermezza la persistenza del negazionismo, sottolineando come il silenzio e l’ambiguità possano rappresentare un ulteriore oltraggio alle vittime di questi orribili crimini contro l’umanità.
Galeazzo Bignami (Fratelli d’Italia) ha riportato al centro il tema dell’impegno personale e collettivo, rievocando le parole di Antonio Gramsci: “L’indifferenza è il peso morto della storia”. Una riflessione che ha dato forza all’idea di una memoria attiva, capace di resistere all’oblio e all’indifferenza.
Giulio Centemero (Lega) ha ripercorso con soddisfazione l’iter che ha portato la Camera, nel 2019, a riconoscere ufficialmente il genocidio armeno. “Un atto di giustizia – ha detto – che nasce dall’ascolto delle testimonianze e dalla volontà di affermare con chiarezza la verità storica”.
A chiudere gli interventi parlamentari è stato Maurizio Lupi (Noi Moderati), che ha sottolineato come il riconoscimento del genocidio armeno non sia solo un tema di giustizia storica, ma anche un impegno di civiltà. “Ricordare significa costruire ponti, non muri”, ha dichiarato, auspicando un maggiore impegno dell’Europa per la tutela dei diritti umani e delle minoranze.
Tra i momenti più intensi dell’incontro, la testimonianza dell’Ambasciatore della Repubblica d’Armenia in Italia, Vladimir Karapetyan, che ha espresso profonda gratitudine per l’attenzione dimostrata dalle istituzioni italiane. Le sue parole, cariche di emozione, hanno richiamato la responsabilità collettiva di mantenere viva la memoria e il valore della solidarietà internazionale di fronte alle ingiustizie del passato e del presente.