Scuola, perché è giusta la protesta della Lega

Occorre abolire le folli misure che paralizzano da due anni l’attività didattica della scuola italiane

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Tra le motivazioni della Lega che l’hanno risolta a disertare l’ultimo Consiglio dei ministri ci sarà pure il tentativo di recuperare molta della centralità politica perduta, tuttavia la protesta del Carroccio espressa nei confronti delle “nuove” misure anti-Covid per la scuola appare più che sacrosanta.

Studenti discriminati

Malgrado il premier Draghi abbia annunciato la svolta di una scuola tornata stabilmente in presenza, solo a leggere il geroglifico di tali, stupefacenti misure viene l’emicrania, tanto sono arzigogolate. Ma quello che risulta del tutto inaccettabile, e non solo nel mondo alla deriva dell’istruzione, è la esplicita discriminazione tra studenti vaccinati e non vaccinati. Una discriminazione la quale, così come accade per gli adulti in buona salute, è chiaramente di natura politica, dal momento che soprattutto nei soggetti in età scolare il rischio di malattia severa dal coronavirus è probabilmente più basso di quello derivante dalle eventuali reazioni avverse provocate dal vaccino. Ed è per questo che occorrerebbe riportare nel devastato mondo dell’istruzione una ventata di normalità, così come Matteo Bassetti ed altri medici che da due anni si confrontano concretamente con il Covid-19 stanno invocando da tempo.

Protocolli da abolire

In sostanza, proprio in virtù del basso rischio che già prima della comparsa dei vaccini correvano i soggetti in età scolare, occorrerebbe abolire completamente gli attuali, demenziali protocolli, adottando le vecchie e collaudate regole, consentendo di riprendere l’attività didattica in presenza dopo tre giorni dalla scomparsa dei sintomi. Anche perché l’intera, folle impalcatura che regge gli stessi protocolli si basa su due precisi presupposti: i contagi e il tentativo sempre più vano di contenerli.

Strategia distruttiva sulla scuola

Da questo punto di vista, a beneficio di chi si ostina a voler imporre questa distruttiva strategia, segnalo che il Portogallo, il quale ha un tasso di vaccinazione più alto di quello italiano, da tempo registra un numero di casi, in rapporto alla popolazione, doppio del nostro, senza che questo abbia sensibilmente aggravato la condizione dei suoi ospedali. Ciò dimostra per l’ennesima volta, se ce ne fosse ancora bisogno, che attualmente non esiste alcuna correlazione reale tra la circolazione del Sars-Cov-2, il quale ad ogni variante diventa sempre meno aggressivo, e il numero delle persone che ne subiscono in forma severa i suoi effetti. Ma esiste invece, ahinoi, una sinistra correlazione tra le demenziali misure che paralizzano da due anni l’attività didattica delle scuole italiane e il tracollo cognitivo che queste ultime portano in dote al futuro prossimo dei nostri figli.

Un tracollo cognitivo ampiamente comprovato dalle ultime prove invalsi sostenute in Italia, le quali riportano esiti raggelanti, con il 44% degli studenti al quinto anno delle superiori che non posseggono le competenze minime in italiano. Una percentuale che sale addirittura al 51% in matematica. Ignoranti ma in buona salute, rigorosamente biologica, direbbe quel gran genio del ministro Speranza.

Claudio Romiti, 3 febbraio 2022

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