Se l’imprenditore si sente schiavo dello Stato

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Ascoltate le urla di dolore di un’economia che muore, in cui un impasto di burocrazia e inettitudine governativa sta distruggendo la nostra società. Queste storie sono solo alcune di quelle che ci hanno mandato i commensali della Zuppa di Porro.

Non ho mai scritto nulla a nessuno perché ho sempre pensato che qualcun’altro avrebbe dato voce al mio pensiero prima o poi ma come mai prima d’ora non mi sentirei viva se anch’io non dessi fiato a ciò che altrimenti rischia di logorarmi.

Dovrei essere un’imprenditrice di 46 anni, che in verità è semplicemente una schiava del sistema che da tutta la vita si fa in quattro insieme alla sua famiglia, per costruire qualcosa e avere un riscatto sociale. Con infiniti sacrifici, quando i sacrifici si potevano ancora fare, abbiamo aperto un ristorante nel pieno centro di Roma e lo gestiamo da più di un ventennio. A costo del nostro stesso stipendio, abbiamo sempre fatto quadrare i conti, pagando tasse, tributi e affrontando periodi di crisi che ci hanno messo a dura prova ma siamo fieri di avere un’azienda SANA, in regola con lo stato e con i suoi fornitori.

“Prima l’azienda, poi tutto il resto; prima il lavoro poi… se si può, si gode di ciò che rimane”.

Ora, per la prima volta nel nostro percorso e probabilmente nella nostra esistenza, ci troviamo ad affrontare una situazione surreale, assurda, incredibile e oltre alla paura di un ferocissimo nemico silente, siamo sopraffatti dalla paura forse più grande, dell’incertezza economica; siamo terrorizzati perché tutto sembra preannunciare che a causa di uno Stato Incompetente, ne usciremo con le ossa rotte, perdendo tutto ciò per cui abbiamo vissuto finora.

In verità non so se si tratti di incompetenza o se tutto ciò sia frutto di un diabolico progetto ma fa paura.

Quando lo scorso 11 Marzo ci hanno costretti a casa, anche se il nostro volume d’affari si era già drasticamente ridotto almeno da 20 giorni, ci siamo fatti coraggio, ripetendoci che la situazione riguardava milioni di persone e decine di migliaia di attività come la nostra, più piccole o anche più grandi, tutte accomunate dallo stesso problema. “Dovranno per forza fare qualcosa per tutti, bisogna solo attendere ma le risposte arriveranno e terranno conto di tutti…” continuavamo a dire.

Poi è arrivato il tanto atteso Decreto. L’ho letto più e più volte, cercando di capire di quali provvedimenti potevamo beneficiare per far fronte alla catastrofe: stipendi, mutui, leasing, fornitori, utenze e tanto altro.

L’unica cosa che hanno veramente fatto è quella di posticipare gli F24 del 16 al 31 Maggio… c’è bisogno che lo commenti? Ma ci hanno anche subito tranquillizzati dicendoci che questo riguardava unicamente il mese corrente e che ad Aprile ci sarebbe stato un altro decreto… Ma state davvero dicendo sul serio?

Tutti questi miliardi che avrebbero messo a nostra disposizione, dove sono? Chi li gestisce e in che modo dovrebbero risolvere i problemi di tutti?

L’unica cosa che ho capito è che una soluzione può essere pianificata con la propria Banca, ognuna con la propria politica e i propri costi: “iniezioni di contante” a tassi agevolati ma non gratuite; deroghe e/o sospensioni di mutui ma con quali conseguenze? Nessuno sa dire se tutto ciò potrebbe avere un impatto negativo sullo storico dell’azienda o se possa precludere future operazioni poiché non precisamente definito.

Quindi, cosa dobbiamo fare? Prostituirci per ottenere prestiti e aggravare ancor di più le nostre posizioni ma garantendo un flusso economico e una continuità sui nostri conti o cercare di bloccare ciò che si può? E intanto i giorni passano e la fine del mese è dietro l’angolo.

Poi senti che in America, a pochi giorni dalla diffusione del virus, Trump assicura $ 1.000 a ciascun adulto e $ 500 per ogni bambino. In Gran Bretagna si parla di £2.500 per ogni dipendente e loro non pagano neanche tutte le tasse che paghiamo noi!

E quindi penso anche che oltre a tutto quanto elencato, dobbiamo vivere e fare la spesa… Se i miei conti sono a zero e ho sempre vissuto “di cassa”, come dovrei sopravvivere in questo periodo? Dove dovrei trovare i soldi per comprare da mangiare per me e per la mia famiglia?

Sono finiti i tempi in cui i soldi si tenevano sotto al mattone, non ce l’avete più permesso!

Aiuti per 600 euro a tutte quelle famiglie che hanno dovuto usufruire di baby sitter da quando hanno chiuso le scuole, a patto ovviamente che le baby sitter fossero in regola… Ma se fino ad oggi non ho mai dovuto usufruirne e l’ho fatto mio malgrado, per sopperire a una situazione di emergenza, pensi davvero caro Stato che il mio pensiero fosse quello di regolarizzarne la posizione contributiva, dopo che a mala pena ho tentato di capire se fosse una brava persona a cui affidare mio figlio?


Per non parlare dell’elemosina di 600 euro per le Partite Iva… Ma chiunque l’abbia anche solo ipotizzata una cosa del genere, ha davvero idea dell’umiliazione che infligge a chiunque abbia davvero bisogno di cifre per il sostentamento proprio e della sua famiglia? I nostri politici camperebbero con 600 Euro al mese?!

E chi deve pagare l’affitto? E chi vive dei proventi di locazioni? Magari persone che hanno lavorato una vita per comprarsi 4 mura e che ora non sanno come mangiare.

Quindi diciamo che vi siete riempiti la bocca di miliardi che non arriveranno a nessuno, se non alle sacrosante banche per calmierare attraverso l’acquisto alle aste i famosi titoli di Stato; ottimo perché si mantiene in vita un’economia a bassi tassi, ma se poi le banche ma soprattutto lo Stato non immette liquidità diretta alle imprese e ai cittadini, come pensate che possa campare la gente comune?

Pace fiscale e flat tax per almeno due anni dovrebbero rappresentare il nostro piano Marshall, scritte in poche righe e non in trattati illeggibili di 30 pagine. Spero che queste mie parole facciano riflettere qualcuno.

Morena

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