Sfogo infermiere: i media s’inchinano al governo

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Se l’Informazione in Italia fosse una cosa seria, l’11 luglio 2020 avrebbe rappresentato la data della disfatta, della Caporetto, ma ancor di più, della Vergogna con la V maiuscola. Ma siccome l’Informazione in Italia è tanto ridicola quanto imbarazzante, anche ciò che è accaduto l’11 luglio andrà rapidamente in cavalleria in attesa della prossima bufala che ci verrà propinata magari anche domani o tra qualche giorno. Perché ormai vale tutto, ma proprio tutto. E che si può scrivere qualunque cosa, tanto nessuno verrà a chieder conto di cotanta nefandezza.

E allora la raccontiamo noi questa storiella grottesca, caso emblematico di come lavorano i media in questo momento in Italia. Il giorno 10 luglio l’infermiere della Azienda Socio-Sanitaria territoriale di Cremona di cui riportiamo solo le iniziali, L.A., pubblica nella sua pagina Facebook uno sfogo amaro “Ci risiamo! Nelle ultime 48 h nuovi pazienti Covid ricoverati”. Insomma, che volete, ci sta. Ma vi pare che qualcuno nella sua pagina Facebook non possa dire tutte le scemenze che gli passano per la testa? E infatti finirebbe tutto così, con una sciocchezza in più pubblicata dal più famoso e frequentato dei social network nel mondo.

E invece no. La notizia viene immediatamente ripresa e pubblicata. Da chi, vi starete chiedendo; perché solo un quotidiano di infimo rango non fa una verifica di una notizia, magari semplicemente alzando un telefono e chiamando per esempio l’Ospedale di Cremona, lì dove, a sentire l’infermiere, pare stia ripartendo il virus. La verifica della notizia, vale solo la pena di ricordarlo, è alla base del giornalismo. Ma evidentemente per Repubblica, Corriere della Sera, Fatto Quotidiano, Libero, Leggo, Messaggero, Sky Tg 24, Huffington Post… e chi più ne ha più ne metta è un dettaglio.

E già, perché il giorno 11 luglio tutte codeste grandi testate giornalistiche e quotidiani nazionali in prima pagina pubblicano la notizia del povero infermiere ripresa da quella fucina di sciocchezze che è Facebook. E certo, tanto vale tutto. Per fortuna interviene la stessa Azienda Socio-Sanitaria territoriale di Cremona a smontare completamente il post dell’infermiere sottolineando che nell’Ospedale la situazione è stabile con terapia intensiva completamente Covid-free da più di tre settimane. E a giusto titolo invita a restare tranquilli senza creare allarmismi privi di ogni fondamento.

Nel frattempo il giovane infermiere ha rimosso il suo post su Facebook, e ci mancherebbe altro. Ma il Giornalismo, quello con la G maiuscola, di grazia, dove sta? Questi tromboni del pensiero unico filogovernativo non si sono stancati di creare un clima di ansia e tensione pubblicando notizie infondate, riprese da fonte Facebook (!!!), e neanche verificate? No, non si sono stancati. Però a questo punto siamo noi quelli stanchi, e non da oggi. Basta di questa stampa ridicola. Basta di questa stampa grottesca, che fa leva sui sentimenti di emotività del lettore per proteggere Istituzioni imbarazzanti. Basta di questa stampa che ignora ogni principio etico.

L’11 luglio è un giorno triste per l’informazione, che ormai non ha più vergogna di nulla. E che continuerà a martellare di false notizie menti facilmente malleabili, o semplicemente arrese. Ma non noi, spiriti liberi. Che continueremo a camminare con la schiena dritta, e a ragionare con le nostre teste, e che non ci faremo infinocchiare da quattro pennivendoli senza vergogna.

Fabrizio Lucherini, 12 luglio 2020

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