Corsa al seggio (sicuro)

Siamo alle comiche: Di Maio candidato a Bibbiano

Dal “mai col partito di Bibbiano” al possibile “seggio sicuro” in Emilia. E arriva l’accordo con Tabacci

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Non c’è nulla di sicuro, almeno fino alla formazione ufficiale delle liste. Però i rumor si rincorrono e i cronisti emiliani stanno raccogliendo un po’ di informazioni in questo senso. Pare che Luigi Di Maio, ex leader del Movimento Cinque Stelle, quello del “vaffa” e del “pdmenoelle”, sia pronto non solo ad apparentarsi col partito di Letta, ma anche ad accettare un “seggio sicuro” nella rossa Emilia Romagna. Forse a Modena, cioè a due passi da Bibbiano.

Ricordate? Ricordate quel famoso scandalo sui bambini sottratti alle famiglie? Ricordate l’allora frontman dei grillini che, di fronte ad una telecamera, disse che “io col partito di Bibbiano non voglio averci nulla a che fare? Ricordate l’astio contro “il partito che in Emilia Romagna toglieva alle famiglie i bambini con l’elettrochoc per venderseli”? Ecco: potrebbe avverarsi l’ipotesi che Di Maio ottenga proprio da quel “Pd-di-Bibbiano-che-toglie-i-bimbi-alle-famiglie” un posticino sicuro in un collegio uninominale blindatissimo (tipo Casini cinque anni fa) in Emilia. Non molto distante da Bibbiano. Una comica.

Il patto tra Insieme per il Futuro e Pd sembra ormai cosa fatta. Secondo le indiscrezioni, Di Maio otterrebbe appunto il posto certo nell’uninominale alla Camera mentre garantirà i suoi (pochi) voti nel proporzionale. Il tutto grazie all’accordo stipulato ieri con Bruno Tabacci, un dc di ferro, e già questo basterebbe per sganasciarsi dalle risate. Nelle liste proporzionali finiranno tutti i transfughi grillini che hanno seguito il ministro nell’avventura draghiana, ma a differenza del “capo” non avranno certo il posto assicurato. Dovranno conquistarselo e probabilmente vedranno il Parlamento col binocolo.

Va detto che dalle parti di Modena e Reggio Emilia non tutti sono contenti di questa possibile candidatura. Sono abituati a votare candidati catapultati da chissà dove, però a tutto c’è un limite. Il Resto del Carlino fa sapere che “dai vertici Pd del territorio trapela poco o nulla, ma le sensazioni e i colloqui informali trasmettono un dato univoco”: ovvero che per Di Maio sarebbe meglio un “collegio nella sua regione”, ovvero in Campania. Tradotto: “Qui sarebbe meglio di no”. Alla festa di partito a Reggio Emilia hanno chiesto a Debora Serracchiani cosa ne pensa di una candidatura dimaiana in Emilia. E lei ha risposto caustica: “Se serve al Paese sono pronta a ingoiare un rospo enorme e a farmi venire il mal di testa”. A molti invece farà ridere. A crepapelle.

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