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PewDiePie e lo scontro di civiltà su Youtube

Lasciate perdere lo scontro sulle tariffe Usa-Cina, la Brexit, il muro di Trump. La vera battaglia per la supremazia dell’Occidente si sta combattendo in queste ore su Youtube. E l’Occidente sta perdendo (ma forse no).

Pewdiepie è il più improbabile degli eroi. Negli ultimi 5 anni è stato lui ad occupare il trono del canale Youtube più sottoscritto di sempre. E da 5 anni in molti si chiedono perché. In tanti hanno anche provato a farlo fuori, Youtube compresa, senza riuscirci (fino all’arrivo di T-series).

La notorietà di Pewdiepie (fidanzato tra l’altro con una italiana) è esplosa con l’esplosione dei canali gaming, intorno al 2012. Si tratta di video in cui, semplicemente, vediamo lo youtuber di turno giocare ad un videogioco. Pewdiepie eccelleva nei videogiochi horror… nel senso che si spaventava moltissimo. I video degli inizi erano tutti una sequela di urla scomposte, spasmi, cadute dalla sedia e i suoi primi subscriber adoravano questa sua espressività esagerata. Tuttavia non era certo l’unico. C’erano letteralmente migliaia di canali con contenuti simili. C’erano anche altre migliaia di canali con contenuti molto più sofisticati, tipo sketch e serie web realizzate con budget da produzione televisiva.

Eppure è proprio Pewdiepie, con il suo amatoriale one man show, a diventare nel 2013 il primo canale di Youtube. Perché lui tra tutti? Francamente nessuno può dirlo con certezza, se non enumerare una serie di fattori. Pewdiepie risulta simpatico, più simpatico degli altri. È pure belloccio, il che non guasta. Non è che faccia battute da standing comedian alla Seinfeld. Non è neanche particolarmente eversivo o scandaloso. I suoi contenuti sono più basic che più basic non si può. Però risulta autentico, non si prende per nulla sul serio ed è bravo a creare una connessione emotiva con i suoi fans, che ben presto diventano milioni.

Agli inizi di quest’anno il canale Youtube di Pewdiepie supera la straordinaria cifra di 60 milioni di sottoscrittori. Praticamente l’intera popolazione italiana. In questi 5 anni, che per Internet è un’era geologica, il ragazzo svedese non solo ha mantenuto il suo primato, ma lo ha anche incrementato, stracciando di volta in volta, in totale fuga solitaria, il record di sottoscrizioni per un canale Youtube. Il rivale più vicino, per intenderci, era sempre una ventina di milioni di subscriber più sotto. Negli anni i suoi contenuti si sono evoluti, Pewdiepie ha ridotto i videogiochi (horror e non) e ha ampliato i suoi contenuti (adesso dedica molto tempo a commentare la cultura dei meme su internet). Però è rimasto fedele ad una certa etica da youtuber della prima ora. Rapporto personale con gli utenti, senza intermediazioni.

È stato anche oggetto di diverse campagne stampa contro di lui. I media tradizionali, dal Guardian al Wall Street Journal, lo hanno attaccato in tutti i modi. Cercano di bollarlo, con motivazioni francamente ridicole, come filo-nazista.
Perché lo attaccano? Il popolarissimo Pewdiepie è politicamente neutro. E questo disimpegno non va giù alla sinistra più militante. Ed è pur sempre il volto di Youtube… I media tradizionali hanno interesse a colpire lui per indebolire una piattaforma di cui temono la concorrenza. Google, proprietaria di Youtube, fa ben poco per difendere il suo campione, anzi lo scarica almeno in parte, chiudendo alcuni progetti di cui Pewdiepie faceva parte. Eppure niente. Pewdiepie continua a rimanere popolare e a macinare record su record, per il beneficio anche dell’ingrata Google.

E poi dal nulla spunta T-Series. Il canale indiano, praticamente dall’alba al tramonto, scala tutte le classifiche con una velocità di crescita mai vista primanella storia di Youtube a botte di centomila sottoscrittori ogni giorno, quasi totalmente indiani appassionati di Bollywood.
A settembre c’è un primo testa a testa. Entrambi i canali sono vicini a quota 70 milioni di sottoscrittori e T-Series sembra posizionata per superare di slancio il “re di Youtube. Felix “Pewdiepie” Kiellberg, sta per essere deposto.

Che cosa è successo? Semplice. Youtube è arrivato anche in India. Negli ultimi anni, centinaia di milioni di indiani si sono potuti collegare ad internet e in molti hanno scoperto Youtube.

Ci sono tante differenze tra Pewdiepie e T-Series. Il primo è un canale fatto praticamente da una persona, con video che non costano nulla. L’altro è una corporation con centinaia di collaboratori che producono video ad alto budget. Ma, soprattutto, Pewdiepie è un canale internazionale in lingua inglese, seguito da utenti in ogni parte del mondo. T-Series, invece, è un canale indiano rivolto al pubblico locale. Quando però il “locale” è fatto da 1 miliardo e 300mila individui, ecco spiegata la prepotente e fulminea ascesa di T-Series.

La demografia è destino. E quando non è protetto ancora dalle sue ingenti risorse, ma uno vale uno, come nel caso del numero di sottoscrittori su Youtube, ecco che il nanismo demografico dell’Occidente fa sentire tutta la sua debolezza.
Non a caso il presidente di T-Series proclama: “È una fonte di orgoglio per tutta l’India, sapere che un canale indiano diventerà presto il primo canale di Youtube”.

In ogni caso, verso ottobre, il sorpasso è dato, calcoli alla mano, per sicuro. Ad un certo punto appena 50mila sottoscrittori li separano. Pewdiepie si prepara e registra il video in cui annuncia il sorpasso.
Poi avviene un piccolo miracolo. La rete, soprattutto la comunità di Youtube, si mobilita. In tanti si gettano nella mischia per aiutare il Davide Pewdiepie contro il Golia T-Series, nei modi più folli e disparati. Lo youtuber Markiplier si lancia in un video maratona dove minaccia di continuare a parlare finché tutti i suoi utenti (20 milioni) non si saranno iscritti a Pewdiepie. E questo perché… “Non voglio vivere in un mondo dove T-Series ha più subscriber di Pewdiepie”. Tal MrBeast si mette ad affittare cartelloni pubblicitari pro-Pewdiepie, pagando di tasca propria, e poi fa un video in cui ripete 100mila volte “Pewdiepie”. Lidea dei cartelloni prende piede. Un altro youtuber affitta uno spazio pubblicitario a Times Square (costo: 1 milione di dollari).

Ci si mettono pure gli hacker. A novembre, in ogni parte del mondo, 50mila stampanti in rete si mettono a stampare da sole fogli inneggianti a Pewdiepie.
La mobilitazione di massa fa il suo effetto. Pewdiepie prende il volo come mai prima. Il suo tasso di crescita sale del 700%. Lo scorso dicembre, guadagna 6.6 milioni di sottoscrittori (a settembre ne aveva guadagnati “solo” 800mila).
Lui, genuinamente convinto che avrebbe perso lo scettro, si diverte un sacco. Lo scontro con T-Series gli dà nuovi spunti ogni giorno. Produce anche un video musicale rap, orecchiabile quanto assurdo, intitolato “Bitch Lasagna”: Comincia con “T-Series non mi piaci” e fa “Bitch Lasagna, Bitch Lasagna. Guardate T-Series che va a piangere dalla mamma”. Abbiamo già detto dei contenuti basic, no? Comunque conta 100 milioni di visualizzazioni.

In queste ultime settimane T-Series sta rimontando posizioni.
Forse la mobilitazione della rete è servita solo a prolungare l’agonia? Vedremo. La battaglia promette di essere lunga e senza esclusione di colpi. (Non che gli utenti della zuppa non possano fare la loro parte, naturalmente…)

Se, alla fine, Pewdiepie ne uscirà ancora una volta vincitore, il suo video mai pubblicato, in cui era annunciato il sorpasso di T-Series, diventerà un cimelio storico da conservare accanto al comunicato di Einsenhower sulla sconfitta del D-day e a quello di Nixon sul fallito allunaggio.
E il primato dell’Occidente sarà salvo… almeno fino a quanto Youtube non arriverà anche in Cina.

Stefano Varanelli, 18 gennaio 2019

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