Lo “spoofing” sta minando l’efficacia delle attuali misure di protezione contro il telemarketing aggressivo, esponendo milioni di consumatori a chiamate non gradite e compromettendo la reputazione delle aziende più serie che operano in totale trasparenza.
Filtri antispam, call blocker, calls blacklist, Truecaller e chi più ne ha più ne metta. La lista di app per bloccare le odiose chiamate con finalità di marketing è nutrita ma a quanto pare gli espedienti che i fantomatici call center trovano per bucare la rete di protezione sono sempre più sofisticati. Ci troviamo di fronte a veri artisti della truffa e operatori telefonici senza scrupoli costantemente alla ricerca di nuovi stratagemmi per ottenere un guadagno facile.
Il risultato? Assai sgradito. Stando ai dati raccolti dal Codacons, che ha anche presentato un esposto alla Procura di Roma, sono milioni le chiamate moleste effettuate ai telefoni degli italiani. A farne le spese non ci sono solo gli utenti. Anche primarie aziende che da anni operano con professionalità e competenza sul mercato e che da queste chiamate sono le prime a essere danneggiate. Non a caso Enel Energia in un intervento inviato di recente al Fatto quotidiano ha reso noto che nel solo 2024 ha ricevuto dai propri clienti novemila segnalazioni di truffe e di aver inviato dodici esposti, uno al mese, alle autorità giudiziarie.
Da qui l’idea di Nicolaporro.it di proporre questa guida in più puntate per svelare i raggiri modalità e rischi dei telefonici più diffusi. Con qualche suggerimento utile per non cadere nella trappola di offerte commerciali che spesso alla prova dei fatti si rivelano al limite del truffaldino o comunque ben diverse da quanto inizialmente prospettato. Per non parlare poi del rischio di fornire in questo modo a malintenzionati i propri dati sensibili. A partire dai delicatissimi bancari o della carta di credito.
Anche il numero di telefono è un raggiro
Il telemarketing selvaggio prevede l’utilizzo di un software che programma più telefonate di quante gli operatori fisici riescano a gestirne. In tal modo le chiamate partono automaticamente, gli utenti rispondono ma gli operatori dei call center sono impegnati in altre conversazioni, e le chiamate restano “mute”. Ma siccome la gente esperta negli inganni non conosce il pudore ecco una tecnica ancora più evoluta: il CLI spoofing, che permette di far comparire sul dispositivo del destinatario un numero di telefono diverso da quello reale. Il raggiro si è reso necessario poiché i truffatori hanno capito da tempo che molte persone non rispondono più a chiamate provenienti da numeri 1-800, numeri con prefissi sconosciuti o privi di informazioni sull’ID chiamante. Da qui il proliferare di numeri virtuali, numerazioni telefoniche a tutti gli effetti ma a differenza di quelle tradizionali non sono associate a una linea telefonica fissa o a una Sim. Esistono solo «virtualmente» e possono essere utilizzate online e per servizi VoIP (Voice over IP), che sfruttano la connessione internet.
Bollette, attenzione alle chiamate truffa
Come è facile intuire, tra i settori presi più di mira dagli operatori truffaldini c’è quello energetico nel quale la ricerca di offerte convenienti per risparmiare qualche euro sulla bolletta elettrica spinge molti clienti a valutare continuamente nuove offerte dalle varie aziende. E dall’altra parte della barricata, si appostano operatori aggressivi che spesso si spacciano per fornitori noti e riconoscibili per proporre poi contratti di altre società nella maggior parte dei casi venute su dal nulla, trader arrangiati andati in default a poche settimane dalla chiusura del mercato regolato. Un fenomeno che però crea danni di immagine e non solo ad aziende del calibro di Enel, Eni, Edison e A2A che operano da sempre sul mercato dell’energia.
Le associazioni dei consumatori consigliano di non condividere dati sensibili finché non si è verificata l’affidabilità del chiamante. Sebbene il Registro delle Opposizioni, attivo dal 2011 per contrastare le chiamate indesiderate dei call center, sia stato istituito con l’intento di tutelare i consumatori, non è riuscito a contenere il fenomeno. Oggi, ad esempio, l’iscrizione al registro non offre una protezione totale contro le chiamate commerciali. Per far fronte al problema del telemarketing aggressivo, si è mossa anche l’Agcom istituendo un tavolo di lavoro per studiare insieme agli operatori telefonici il blocco preventivo delle chiamate internazionali mascherate da numeri nazionali.
Una soluzione, questa, già in uso nel Regno Unito dove l’ente regolatore Ofcom ha obbligato gli operatori telefonici a identificare e bloccare le chiamate provenienti dall’estero che falsificano numeri di rete fissa britannici. I risultati sembrano incoraggianti: BT, uno dei principali operatori telefonici britannici, ha comunicato di aver fermato quasi un milione di chiamate al giorno già nel primo mese di applicazione. Questo dimostra che un intervento mirato può essere altamente efficace nel contrastare le attività fraudolente