Terza dose ai giovani? Ora anche il Cts ha dei dubbi

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Fermi tutti, pure il Cts dice che forse non eravamo così sciocchi da farci venire qualche dubbio sulla vaccinazione in massa, in particolare con terza dose, dei giovani. Mentre il mondo occidentale si appresta a inoculare il terzo giro di Pfizer&co (Biden l’ha fatto in diretta tv, Israele ha dato il via al booster, l’Italia ha avviato il tutto per i più fragili), Franco Locatelli mette un mezzo freno all’entusiasmo di chi vorrebbe inoculare senza porsi neppure una domanda.

Intervenendo al convengo Meet in Italy for Life Sciences a Genova, il presidente del Css, nonché membro di spicco del Cts italiano, ha detto “con estrema chiarezza” che “per quello che riguarda i soggetti sani e giovani è tutto fuorché scontato che si debba andare verso una terza dose“.Il motivo? “È stato detto chiaramente anche dall’agenzia europea del farmaco piuttosto che dallo stesso Oms – ha aggiunto Locatelli -. Non dimenticandoci che abbiamo una situazione mondiale globale per cui è importante riuscire a dare copertura per quei Paesi a basso e medio reddito dove la campagna vaccinale è imparagonabilmente più bassa in termini di coloro che hanno ricevuto l’immunizzazione rispetto a quello che si vede nel nostro Paese”.

La terza dose, invece, secondo il Locatelli potrà essere avviata per altre categorie oltre quelle già coinvolte. “Si farà una riflessione sul personale sanitario che potrà essere considerato per la vaccinazione, con un razionale che si basa sull’obiettivo di fornire il massimo della garanzia a chi si rivolge agli operatori sanitari e anche per dare continuità e recuperare tutte le prestazioni che sono state inevitabilmente ritardate o interrotte durante il periodo pandemico – ha spiegato – Poi magari si potrà fare una riflessione ulteriore sui soggetti connotati da fragilità, ad esempio i cirrotici o i soggetti con grande obesità o fibrosi polmonare”. Ma, va tenuto a mente, “non darei per scontato che si arrivi alla terza dose in un soggetto giovane e sano”. Capito?

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