La crisi del gas

Ucraina e crisi del gas, a Praga 70mila in piazza contro la Nato

Tensioni in Repubblica Ceca: proteste in piazza contro le sanzioni e per chiedere lo stop all’invio di armi a Kiev

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La Repubblica Ceca dovrà probabilmente fronteggiare un “caldo” autunno di forte malcontento. Nella manifestazione tenutasi a Praga sabato scorso, almeno 70mila persone (secondo i dati della polizia) hanno chiesto le dimissioni dell’attuale primo ministro Petr Fiala, accusandolo di sottomissione alla Ue. Al grido di “Prima la Repubblica Ceca” i dimostranti hanno protestato contro la Nato e le sanzioni imposte alla Russia per l’invasione dell’Ucraina, chiedendo lo stop alla fornitura di armi a Kyiv e una rinegoziazione delle forniture di gas russo.

Oltre 70mila in piazza

La manifestazione, come riportato da varie agenzie di stampa, ha avuto luogo nella centrale piazza Venceslao, storica sede di proteste nella capitale ceca, e sembra porre fine ad un periodo piuttosto tranquillo di politica interna da quando Fiala ha iniziato il suo mandato nel dicembre scorso. Il governo di centrodestra aveva appena dovuto fronteggiare una mozione di sfiducia in Parlamento presentata lo scorso venerdì dall’opposizione guidata dal movimento populista dell’ex premier Andrej Babis. L’esecutivo veniva accusato di non saper gestire il drammatico aumento dei costi dell’energia e una inflazione galoppante del 18%, una delle più alte nella Eu. Petr Fiala aveva ricordato come la Republica Ceca abbia concesso finora 410mila visti a cittadini ucraini fuggiti dal loro Paese in guerra, 100mila dei quali sono ora integrati nel mercato del lavoro.

Le critiche alla guerra in Ucraina

Le proteste di piazza sono state organizzate dai partiti di opposizione e da altri gruppi: il britannico The Guardian cita il gruppo di estrema destra “Libertà e democrazia diretta”, il partito comunista che una volta governava nella ex Cecoslovacchia oltre a formazioni di euroscettici e ultranazionalisti. La folla ha invocato la neutralità militare in Ucraina e protestato contro l’arrivo di profughi da quel Paese in guerra. Gli slogan urlati hanno sottolineato il malcontento dei partecipanti: “Il meglio per gli ucraini e a noi due pullover” oppure “Il governo di Fiala può essere ucraino, può essere Bruxelles, ma sicuramente non è ceco”. Alcuni dimostranti indossavano addirittura magliette che inneggiavano a Putin, altri portavano striscioni anti Eu e anti Nato. La Repubblica Ceca, infatti, oltre ad essere membro della Nato, è, tra gli alleati occidentali, uno dei sostenitori più accaniti dell’Ucraina dal punto di vista politico e militare. La Repubblica Ceca, inoltre, ha la presidenza di turno dell’Ue e il prossimo vertice dei leader si terrà proprio a Praga il 6 e 7 ottobre.

L’imbarazzo per il premier ceco

Petr Fiala, primo ministro e leader del partito civico democratico di centrodestra, ex professore, ha commentato così la manifestazione “La protesta di piazza Venceslao è stata organizzata da gruppi filorussi, estremisti e contrari agli interessi della Repubblica Ceca. È chiaro come la propaganda russa e campagne di disinformazione siano presenti sul nostro territorio e alcune persone semplicemente le ascoltino”. Il ministro della giustizia ceco, Pavel Blažek, membro del partito del premier, aveva già messo in guardia qualche giorno fa sulle possibili conseguenze dell’attuale situazione: “Se la crisi energetica non verrà risolta, il sistema politico di questo Paese è a rischio”. La piazza infatti ha annunciato altre manifestazioni, la più simbolica delle quali è prevista per il 28 settembre, giorno in cui si celebrano San Venceslao e la giornata dello Stato.

Andrea Gebbia, 5 settembre 2022

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