Vaccinare i poveri non sarà la soluzione

L’ex presidente dell’Inps ha esposto la sua ricetta per sconfiggere il Covid, ma qualcosa non torna

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Ve la racconto esattamente come l’ho vissuta in diretta. Mercoledì notte, essendomi addormentato come da prassi davanti alla tv accesa, sono stato svegliato di soprassalto da una cagata pazzesca in puro stile fantozziano. Tito Boeri è l’autore di questa straordinaria performance, tale da riportarmi nel mondo reale in un nano secondo. Nel presentare il suo ultimo libro, Si vax, il noto economista milanese, ospite in collegamento video di Tg3 Linea Notte, condotto da Maurizio Mannoni, ha esposto la sua stupefacente ricetta per sconfiggere definitivamente il Sars-Cov-2. Partendo da una stima, a mio avviso altrettanto fantozziana, del Fondo Monetario Internazionale, l’ex presidente dell’Inps dichiara: “Per ogni nuova variante l’economia mondiale soffrirebbe la perdita di circa 4 trilioni e mezzo di dollari (4.500 miliardi). Questo ci dice anche che i Paesi avanzati avrebbero immediatamente dovuto regalare il vaccino a tutti i Paesi in via di sviluppo”. Cioè vaccinare i poveri. “E se lo avessero – continua Boeri – fatto probabilmente avrebbero impedito lo sviluppo di nuove varianti. Sarebbe costato molto meno che esporsi a questo rischio. Purtroppo invece, (non lo hanno fatto) per logiche di brevissimo termine, spinti magari dall’opinione pubblica che voleva tenere i vaccini, accumulare delle scorte.”

Vaccinare i poveri

Insomma – interviene il conduttore – la salute globale deve essere al centro di tutte le questioni, professor Boeri? “Assolutamente – risponde l’economista con solenne tono profetico -. Non saremo salvi finché da qualche parte ci sarà una popolazione significativa non vaccinata. Dobbiamo occuparci del nostro Paese e convincere coloro che sono ancora esitanti a vaccinarsi; e al tempo stesso favorire la vaccinazione di massa soprattutto nei Paesi africani.”

Paesi africani i quali, a margine del delirante ragionamento di Boeri, in molti casi hanno problemi ben più seri del Covid-19, malattia a relativa bassa letalità la quale, come dimostrano i numeri, colpisce in grande misura proprio quei cattivi stili di vita, assolutamente legittimi in un mondo libero, e che nelle vaste aree in cui si muore ancora a causa della denutrizione costituisce l’ultimo dei problemi.

Ma anche per Boeri, persona che una volta mi sembrava in grado di esprimere ragionamenti dotati di una certa logica, oramai sul pianeta terra esiste una sola strada: o vacciniamo i quasi 8 miliardi abitanti (con che tempi, con quale colossale organizzazione planetaria e con i quattrini di chi?) della Terra o le varianti ci seppelliranno.

Perché non basterà vaccinare tutti

Dunque non basta aver raggiunto in Italia circa il 90% delle persone vaccinabili. Dobbiamo arrivare al 100% nel mondo per poter sconfiggere un virus che ancora oggi non rappresenta alcun serio problema per almeno il 99% della popolazione. Tuttavia, ammesso e assolutamente non concesso di vaccinare con almeno tre dosi l’intera umanità, chi ci dice che le varianti spariranno, dal momento che pure i sassi oramai sanno che questi vaccini servono a contenere in parte le forme gravi della malattia ma non la trasmissione del contagio?

In realtà è sempre più netta la sensazione che tutta questa incresciosa vicenda pandemica si sia trasformata in una surreale guerra di religione, nei riguardi del virus e soprattutto di chi non accetta di assoggettarsi alle dogmatiche misure sanitarie imposte dall’alto. Da questo punto di vista il vaccino, al pari delle mascherine, del distanziamento, della sanificazione ossessiva del corpo e degli ambienti, del coprifuoco, dei tamponi eccetera, sta assumendo un carattere talmente assoluto da travalicare il suo indubbio valore sanitario. Esso oramai rappresenta un elemento magico che con la medicina moderna, scienza probabilistica per eccellenza, sembra avere sempre meno a che fare.

Claudio Romiti, 17 dicembre 2021

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