Vaccini, anche Ursula tifa per l’obbligo

La presidente della Commissione Ue: “È tempo di discutere sull’obbligo vaccinale”

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Germania chiama, Ursula risponde. E cosa c’è di meglio del terrorismo sulla variante Omicron, di cui ancora sappiamo poco o nulla, per iniziare a suggerire sui vaccini l’obbligo in tutta l’Ue? Infatti il presidente della Commissione Ue non s’è fatta sfuggire l’occasione e oggi ha affermato urbi et orbi che “è tempo di discutere sull’obbligo vaccinale”. Insomma: punturina per decreto in tutta l’Unione Europea.

Vaccini, l’obbligo in Europa?

Sia chiaro, nessuno qui è contrario al vaccino. E forse a qualcuno l’obbligo vaccinale potrebbe apparire pure meno irrazionale del super green pass di italiana memoria (sempre che lo Stato si faccia carico di eventuali aventi avversi). Ma che anche Von Der Leyen arrivi a parlare del trattamento vaccinale obbligatorio è sicuramente un cambio di marcia non indifferente. Dice Ursula: “Fino a due o tre anni fa non lo avrei mai pensato, ma adesso è tempo di discutere sull’obbligo vaccinale. E aggiunge: “La competenza è degli Stati membri, lo rispettiamo e non daremo raccomandazioni. Ma in passato non avrei mai pensato di vedere quello che vediamo oggi, questa pandemia orribile, vaccini che salvano la vita che non sono usati adeguatamente ovunque, un terzo dei cittadini Ue non vaccinati. È troppo. Ed è comprensibile parlare dell’obbligo. Bisogna aprire un dibattito su un approccio comune di cui l’Ue ha bisogno”.

Dalla Germania ad Omicron

Cosa si nasconde dietro questa presa di posizione di Bruxelles? Primo, la debolezza dell’Unione che si era convinta di aver superato la pandemia solo grazie al vaccino (il ministro Speranza, per dire, scrisse un libro dal titolo “Perché guariremo” basandosi su questo assunto). Secondo, la situazione tedesca: l’uscita di Ursula pare proprio un assist al nuovo governo “semaforo” guidato dal neo cancelliere Olaf Scholz, che nei giorni scorsi si è detto favorevole all’obbligo vaccinale e a nuove restrizioni per i no vax. Terzo, la sortita della Commissione cavalca la narrazione terroristica degli ultimi giorni sulla variante Omicron: benché la stessa von der Leyen ammetta oggi che “servono due o tre settimane” per valutare gli effetti della mutazione, il caos informativo casca a pennello nei giorni in cui ci si appresta ad aprire le vaccinazioni ai bambini. L’Ema ha dato il via libera, l’Ue assicura che le dosi di Pfizer saranno pronte dal 13 dicembre. Quale occasione migliore per pubblicizzare il siero ai minori di 12 anni di una presunta pericolosissima variante? “Su Omicron gli scienziati dicono di non saperne abbastanza”, ammette Ursula. Ma intanto liturgia del terrore sia.

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