Vaccini e green pass, gli Usa svelano cosa succederà in Italia

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Se volete avere uno spaccato di quello che a breve accadrà in Italia, basta sintonizzare la televisione su quanto sta accadendo negli Usa. Non è vero che siamo l’unico Paese al mondo ad avere introdotto il lasciapassare verde sul luogo di lavoro. Il copyright di questa misura sanitario politica è dell’amministrazione Biden. Che prima di noi l’ha imposta – sotto forma di obbligo vaccinale – inizialmente a tutte le agenzie federali, ad esclusione dei deputati e salvando (curiosamente) la categoria dei postini, e poi l’ha estesa ai privati e in particolare alle multinazionali, grazie a una controversa operazione di “moral suasion”.

La Crociata di Biden contro i non vaccinati

Così come appartiene al presidente democratico Joe Biden la paternità del discorso contro i non vaccinati che ha spaccato l’America, pronunciato lo scorso 17 luglio durante una conferenza stampa alla Casa Bianca: “L’unica pandemia che abbiamo è quella causata dai non vaccinati, loro stanno uccidendo le persone”. Una frase controversa se letta alla luce delle principali evidenze scientifiche internazionali – che attestano che anche i vaccinati possono contagiare ed essere portatori di una identica carica virale – servita a Biden per impostare l’operazione “Jab & Job”. Tradotto: solo chi si vaccina potrà lavorare. Il presidente francese Emmanuel Macron e il premier italiano Mario Draghi, che hanno rilanciato ex post lo stesso concetto pubblicamente, si sono fatti semplici megafoni del messaggio partito Oltreoceano. Dalla super potenza Usa, che per prima ha deciso di rinunciare alle prestazioni di migliaia di dipendenti, alcuni molto difficili da rimpiazzare, in tutti i settori inclusi quelli essenziali: scuole, ospedali, forze di polizia, piloti, pompieri, camionisti. Solo nel mese di agosto, secondo il quotidiano The Independent, 4.3 milioni di americani hanno lasciato il posto di lavoro segnando un record assolutamente negativo nel mercato occupazionale.

I danni economici del green pass

Risultati dell’operazione più vaccini per tutti? Non proprio quelli sperati visto che il caos sta esplodendo ovunque, nei cieli come in terra. Basta ascoltare i cori non proprio amichevoli dedicati a Biden dagli spalti delle tifoserie durante le principali competizioni sportive, censurati dai media mainstream, o contare i danni economici derivanti dalle (prevedibili) conseguenze dovute a carenza di manodopera e dagli scioperi. Pochi giorni fa, la Southwest Airlines ha dovuto cancellare circa 1800 voli per la rivolta dei piloti, arrivata sotto forma di certificati di malattia di massa, contro l’obbligo vaccinale imposto dalla compagnia entro il 4 dicembre. Secondo la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki la causa sarebbe stata “il maltempo”, sebbene le condizioni meteo non destassero timori.

Biden in difficoltà

Allarmante l’ultimo sondaggio pubblicato da Business Insider, secondo cui il consenso del presidente Usa è drasticamente scivolato a uno striminzito 37% proprio tra quegli elettori indipendenti che potrebbero essere decisivi nelle elezioni di metà mandato di novembre 2022. A determinare la rottura della luna di miele con gli elettori sono il fallimentare ritiro dall’Afghanistan, l’emergenza immigrazione (dal suo insediamento, sono oltre centomila gli immigrati entrati irregolarmente dalla frontiera col Messico), l’imposizione dell’obbligo vaccinale e, non da ultimo, lo spettro dell’inflazione più paurosa mai vista da decenni. Le proiezioni del Gdp americano, il Prodotto interno lordo, sono state tagliate dal 6% all’1,5% mentre i prezzi di tutti i prodotti stanno salendo alla stessa velocità record del 2008. Una situazione dovuta anche (ma non solo) all’emergenza del Coronavirus. “Everything is getting more expensive” è il titolo-chiave di un editoriale apparso sul New York Times.

Lo spettro della povertà negli Usa

All’impennata dei prezzi di tutte le materie prime e dei beni di largo consumo – aumentano del 29.4% le lavatrici, del 10,8% l’arredo casa, del 7.6% i rincari dei televisori, e persino la classica bistecca americana passa dai 5 dollari e mezzo di un anno fa a 7, oltre agli aumenti della legna, del greggio e delle auto usate – non marciano altrettanto velocemente gli stipendi dei lavoratori. E mentre l’Amministrazione Biden continua a sfornare disegni di legge dai budget miliardari destinati all’equità, alle infrastrutture umane e alla transizione ecologica, il rischio povertà per il ceto medio americano, secondo vari esperti, potrebbe essere già alle porte. In molti grandi magazzini, causa anche la crisi dei container, gli scaffali restano vuoti. Ma saranno sempre meno coloro che potranno permettersi di riempire i carrelli della spesa a Natale.

Che l’inflazione negli States non sia un fenomeno “temporaneo”, e che il concetto “più denaro si stampa, meno vale” sia ancora valido, lo ha spiegato a Fox News il direttore esecutivo di American Compass, Omar Cass: “C’è una chiara agenda del governo che tenta di camuffare la situazione. La priorità di questa Amministrazione non è fare gli interessi delle famiglie e non è la prosperità dell’economia reale. Il pericolo è entrare in una spirale che porterà a un sistema economico non sostenibile, di cui s’intravedono gli avvisi”.  Nel solo anno fiscale 2019, il governo federale ha speso 6.6 trilioni di dollari, arrivati nel 2020 a 9.1 col pretesto della pandemia e in costante crescita da agosto. “Se sei un’istituzione o una banca, l’inflazione ti aiuta. Ma distruggerà la classe media nel lungo termine”, è l’analisi di Raphael Bostic, economista, accademico e già amministratore delegato della Federal Reserve Bank di Atlanta, “questo è il risultato di politiche radicate che hanno arricchito pochi e impoverito la massa”.

Visto lo scenario americano non proprio roseo, conviene al presidente del Consiglio italiano camminare nelle scarpe un tantino strette di Joe Biden?

Beatrice Nencha, 17 ottobre 2021

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