Commenti all'articolo Vi spiego chi ha ucciso il liberalismo

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Roberto
Roberto
19 Febbraio 2021, 0:03 0:03

La battaglia è culturale e se non ripuliamo le università da chi odia l’occidente e la cultura da essa generata, non se ne esce. Si potrà vincere qualche elezione più o meno locali, ma non se ne sce, a partire dal bandire i trans a leggere favole alle elementari o la teorie gender dalle scuole.

Niccolò Berni
Niccolò Berni
16 Febbraio 2021, 22:49 22:49

Al riguardo interessante il libro del prof. Capozzi “Politicamente corretto”, scava nelle origini del politicamente corretto di oggi ricostruendo un quadro complessivo interessante e condivisibile. Appena iniziato ma già molto promettente.

Esnaider
Esnaider
16 Febbraio 2021, 20:18 20:18

Non sono convinto che sia cosa diversa dal liberismo nonostante Corce, però Cammilleri ricorda giustamente Tom Wolfe che non in Radical Chic, ma in Maledetti Architetti racconta di come l’ala artistica della scuola di Francoforte, mi si perodoni la semplificazione, il Bauhaus si trasferì armi e bagagli in USA, conquistando l’egemonia culturale nele università. La Fonte Meravigliosa di Ayn Rand racconta esattamente questo, Lloyd Wright fu tiranneggiato dagli archetetti marxsiti improtati dall’Europa che avevano coinquistato media e cultura. Ha ragione Cammileri ha richiamare Gramsci. Come le università marxisteggianti, pur ereticamente, USA abbiano poi tollerato la scuola di Chicago tanto cara a Nicola Porro, è un mistero su cui bisogna indagare, forse ci sono connessioni? Harry Dexter White l’avversario di Keynes a Bretton Woods, era al contempo monetarista e spia sovietica, coincidenze certamente. Di sicuro l’ordoliberismo di Ursula e e dell’ultima portavoce del governo della DDR col liberalsimo comuqnue inteso poco ha che fare. Ciaoooo

Jimbo
Jimbo
16 Febbraio 2021, 19:25 19:25

Ricca di spunti anche la seconda parte. Clint Eastwood è uscito malconcio dai suoi anni d’oro proprio perchè anti-establishment. Nonostante film fenomenali nei 60-70 (la trilogia del dollaro, i primi 2 di Dirty Harry, Fuga da Alcatraz e i film di Don Siegel) venne relegato all’anticamera. Si è fatto furbo con l’età e facendo un sacco e una sporta di film azzeccati è stato accettato. Sull’ultimo punto non mi trova d’accordo. E’ difficile capire come andrà il futuro ma non vedo segnali favorevoli al «socialismo» negli Usa. La sinistra domina già così, domina le grandi città grazie all’immigrazione di massa. E’ una sinistra di potere, fa politiche di centro-destra dal punto di vista economico, non tocca nessunissimo interesse dei grandi paperoni a stelle e strisce. La sinistra domina nello stesso modo in cui domina in UE. Perchè si fa votare dai sinistri, applica politiche economiche di centro-destra, non parla manco + di lavoro, gestisce il potere dove si è insinuata nel corso degli ultimi 30 anni, e attua una politica estremamente aggressiva sulle questioni diritti civili/social media/controllo delle masse. Siamo dalle parti di Orwell, appunto. E qui convengo di nuovo. O forse Huxley. Il Mondo Nuovo di Huxley. Il Mondo Nuovo di Biden (Obama). In Europa noi siamo a rimorchio. Non siamo creativi nè economicamente, nè socialmente: dobbiamo copiare. O… Leggi il resto »

Andrea Salvadore
Andrea Salvadore
16 Febbraio 2021, 19:20 19:20

Ho cononciuto l’americano durante l’occupazione di Roma e anni dopo nell’Universitá del liberale stato del Minnesota. L’impressione dell’americano del primo dopo guerra era la sua basica ignoranza generale di storia, anche del suo paese,, di geografia, di arte, di musica etc, compensata dalla superbia del vimcitore, lo si definí come “the ugly american”. Cinque anni dopo mi trovo nella graduate school del MInnesota e comincio a vedere altri tratti come nella prima domenica solitaria in Minneapolis dove non c’era unánima che parlasse italiano decisi di andare in un liogo familiare, io agnostico o ateo come volete, in una chiesa cattoloica dove ricevetti il battesimo della scoperta del sogno americano quando, nel suo sermone, il prete asseriva che essere un buon cattolico era la via al successo in business: “the great american dream”. Ho visto l’ascensore sociale funzionare ma solo a meá perché chi era veramente dotato poteva scalare le classi sociali mentre la gran massa non tanto intelligente rimaneva inchiodata alle specializzazioni dai limiti di un cervello non stimolato dall’ambiente e da una educazione media miserabile introdtta dalla teoria di Dewey che premiava la tecnica dell’insegnamento sopra la conoscenza delle materie da parte degli insegnanti. Delitto adottato ora anche da noi in Italia. Per darvi una idea di questo abisso debbo confessare che gran parte del merito di aver ottenuto… Leggi il resto »

Jimbo
Jimbo
16 Febbraio 2021, 19:06 19:06

Interessantissimo articolo.

D’accordo sul liberalismo che si muove tra anarchismo e totalitarismo.
Così come pure il passaggio sulla democrazia che può diventare totalitaria. Aggiungo.. siamo a metà, la nostra è una “democrazia controllata”.

I «dem» statunitensi, ma direi tutta la sinistra americana è giacobina.
Ma non è sempre stata così, lo è divenuta negli ultimi 20 anni in maniera graduale e negli ultimi 5 ha fatto il grande balzo. Il motivo è semplice: NON C’E’ OPPOSIZIONE.
Qundo il più forte si accorge che l’opposizione è molto debole, evanescente, in questo caso inesistente…. INIZIA IL TOTALITARISMO.

D’accordo anche che la «cultura» americana diventa sempre quella di tutto l’Occidente. Anticipa quasi sempre. E l’ “altro occidente” si deve adeguare.

L’America vuol dire repressione, non libertà, il suo contrario.
Ma è una repressione furba con gli sbirluccichii. Coi coriandoli.

Quello che sta succedendo con i dettami del politically correct è lunare, ma non è una favola, un fantasy. Succede: si rischia il carcere se ci si azzarda a dire qualcosa fuori posto. Gli americani sono letteralmente terrorizzati.

Adesso leggo il resto. Che probabilmente commenterò di nuovo.

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