La ri-elezione a grande maggioranza di Trump ha mandato all’aria il tavolo e le carte di quanti si preparavano a incassare la posta del gioco. E il gioco sembra essere uguale a quello Grande che l’impero britannico conduceva contro quello russo, con la differenza che quello si giocava a Oriente e questo a Occidente, quello in Afghanistan, questo in Ucraina. La quale, come già sapeva Metternich, è sempre stata la zona di faglia della Russia.
Sì, l’impero britannico non c’è più, ma gli interessi dell’anglosfera sono sempre gli stessi, e i dem americani se ne sono assunti il compito di braccio operativo. Ora, è inutile ripercorrere la storia da Magadan in poi. Adesso c’è un indubbio stallo: Trump vuole la pace per non spingere Putin all’abbraccio con la Cina e la Nordcorea e l’Iran (cosa che i suoi predecessori non avevano previsto, il che dimostra la loro imbecillità o, se l’avevano prevista, la loro voglia di Terza Guerra Mondiale). Ma Londra, Bruxelles e Zelensky no.
Il summit londinese è fallito, infatti, causa Trump. Anche se la location dimostra che, Brexit o meno, il Grande Gioco antirusso è in atto. È Zelensky il punctum dolens? Com’è noto, vinse le elezioni sia per avere interpretato il presidente anti-corruzione in un serial televisivo, sia perché, soprattutto, aveva alle spalle l’oligarca Ihor Kolomoyskyi, proprietario di tivù, banche, società offshore, fondatore dell’Unione ebraica europea, etc. Ora, dopo anni di guerra, com’era prevedibile gli ucraini sono a terra. I morti (maschi) non si contano, le donne prevedibilmente invaderanno l’Europa come badanti e altro. La Ue vuole l’Ucraina nella Nato ma non nella Ue, perché dovrebbe mantenere il Paese più povero e corrotto del continente.
Un testimone italiano, neocatecumenale (certe famiglie neocatecumenali vanno in “missione” stabilendosi all’estero), raccontò delle file di auto in fuga, intasanti il confine allo scoppio della guerra: la polizia fece loro cedere il passo a un oligarca con macchine di scorta al seguito e perfino un’ambulanza privata. Zelensky, dopo la lavata di capo del duo Trump-Vance, è ovvio che non sappia più che pesci pigliare. Ma quasi sicuramente è a sé che pensa. Dove andrebbe in caso di débacle? Putin ha detto che tratterà solo con un presidente ucraino regolarmente eletto, e lui non lo è (ha bloccato le elezioni ad libitum con la scusa della guerra).
Qualcuno forse comincia a pensare che senza di lui un accordo si troverebbe. E si sa come vengono risolte certe cose da quelle parti. E quand’anche accettasse di farsi da parte, chi lo metterebbe al sicuro dalla vendetta di uno che è cresciuto nel Kgb? Già a Davos le carte sono ritornate nel mazzo, come dimostrano le dimissioni di uno che non aveva alcuna voglia di dimettersi. Effetto Trump. Ursula è stata avvisata dal rigetto unanime della sua procedura d’emergenza, effetto Trump due. Ora tocca all’ex comico. Che, come Napoleone, dopo qualche milione di morti lasciò la Francia più piccola di come l’aveva trovata. Come finirà questa storia?
Infatti, hai un bel tagliare gasdotti, ma l’attrazione fatale tra Russia e Germania risale a Pietro il Grande, alle zarine tutte tedesche fin da Caterina la Grande, perfino ai professori di liceo tedeschi, e così via. Come faranno le mackinderiane Potenze di Mare a impedire l’abbraccio?
Rino Cammilleri, 2 maggio 2025
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