La guerra in Ucraina

Zelensky ha ragione: l’Onu è inutile

Il diritto di veto, l’impossibilità di agire: le Nazioni Unite hanno le mani legate. Sempre

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Va dato atto a Valodymyr Zelensky di aver smascherato, seppure in modo indiretto, le ipocrisie di chi, soprattutto fra le “anime belle” di sinistra, ad ogni crisi internazionale si nasconde dietro la potestà dell’Onu, ad esso appellandosi affinché intervenga e punisca le infrazioni alla “legalità internazionale”, pur sapendo che esso nulla di ciò può fare.

Zelensky contro l’Onu

Le Nazioni Unite hanno le mani legate non per una situazione storica, contingente, e quindi superabile, ma perché il difetto sta nella loro stessa natura o origine. E non potrebbe essere altrimenti. Ma allora, si è chiesto il presidente ucraino, con parole taglienti e consumata arte oratoria, rivolto ai membri del Consiglio di sicurezza (che fra l’altro si erano riuniti su richiesta della Russia), “a cosa servite? Che ci state a fare? Non sarebbe meglio che vi scioglieste?”.

I motivi dell’immobilità delle Nazioni Unite

Ma la verità è che l’Onu nulla può perché, in un’assemblea di uguali, c’è sin dalla loro fondazione qualcuno che è più uguale degli altri, e cioè i cinque Stati che hanno diritto di veto, fra cui la Russia, quelli che hanno vinto la seconda guerra mondiale. Che è stato un modo subdolo, da parte dei padri fondatori di questo organismo, di far rientrare dalla finestra ciò che era stato cacciato dalla porta, almeno secondo le idealità che ne accompagnarono la nascita, e cioè i rapporti di forza. I quali non possono mai essere cancellati con un tratto di penna perché, semplicemente, sono costitutivi della storia e della natura umane. Contraddizioni fra l’altro ben messe in evidenza, in quegli anni, insieme a quelle della cosiddetta “dichiarazione dei diritti dell’uomo”, dal vecchissimo Benedetto Croce.

Come risolvere il problema?

La soluzione potrebbe essere allora quella individuata da Zelensky, e cioè togliere il diritto di veto ai 5, rendendo ogni voto uguale all’altro? Chiaramente no. Perché tutte le nazioni dovrebbero essere equiparate? Non ce ne sono forse alcune grandissime, che rappresentano milioni e milioni di persone, ed altre minuscole? E non ce ne sono di democratiche e liberali, poche, ma anche di autocratiche e illiberali, la maggioranza? Non ci sono persino “Stati canaglia”? Perché un tal consesso dovrebbe prendere decisioni “etiche”? Non potrebbe teoricamente avallare ogni tipo di aggressione del forte sul debole?

Zelensky ovviamente tira l’acqua al suo mulino, ben sapendo che i suoi interessi coincidono in questo caso con quelli dell’etica universale a cui si appella? Così come probabilmente i nostri interessi di occidentali, e di cittadini di Stati (almeno formalmente) liberal-democratici, ci portano a mantenere un difficile e pericoloso equilibrio: non darla vinta a Mosca, che probabilmente non si accontenterebbe, ma anche non provocarla fino a mettere a repentaglio la nostra sicurezza (non solo militare ma anche economica).

Anche noi facciamo, come chiunque, i nostri interessi. L’Occidente, in verità, nel suo concetto, non è altro che questa tensione costante fra ideali e interessi, morale e politica, idealità e rapporti di forza: un luogo ideale ove il cerchio non si chiude o non si dovrebbe chiudere mai e non l’orizzonte dell’etica disinteressata, o di una libertà disincarnata. Conquistata questa consapevolezza, forse saremo anche meno autocritici verso noi stessi. Il che in questo momento, nella misura spropositata che vediamo in questi giorni in Italia, fa oggettivamente e oggettivamente i giochi del nostro nemico.   

Corrado Ocone, 7 aprile 2022

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