10 libri per un Natale politicamente scorretto

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Il Natale sta all’editoria come il drappo rosso sta al toro infuriato. Gli editori caricano a testa bassa nella speranza di incrementare (o di salvare) il bilancio e finiscono spesso trafitti dalla lama del mercato. Già, il mercato. Brutta cosa non vendere i libri e tenere in piedi l’industria culturale con gli stessi metodi della finanza più allegra. Fino a quando il rappresentante di un anello della filiera alzerà la mano e chiederà: dove sono i miei soldi, quelli veri? E la bolla esploderà. Perché siamo (sono) arrivati a questo punto? Per un atteggiamento cinico e paternalista che nasconde, neanche troppo, il disprezzo verso i lettori. Questo il ragionamento: il pubblico è stupido, facciamo libri sempre più brutti nella speranza di intercettare chi normalmente non legge neppure sotto minaccia di tortura.

Poi c’è l’idea che legga soltanto lo spettatore di Fabio Fazio. Dunque giù tonnellate di libri politicamente corretti, uno identico all’altro. Aggiungiamo una ignoranza sconcertante proprio ai piani alti delle case editrici. D’altronde se l’università sforna laureati mediocri, prima o poi i mediocri arriveranno in cima per semplice mancanza di alternative. Infine, la mazzata. Non avendo interlocutori autorevoli, il marketing spadroneggia e spesso ha l’ultima parola su quale libro sarà pubblicato.

Ecco, mettete tutto questo assieme e avrete la risposta alla domanda: perché nessuno legge? La risposta è un’altra domanda: perché mai dovrebbe visto la mediocrità dell’offerta?

Naturalmente ci sono le eccezioni. Editori eroici. Libri meravigliosi. Eccone dieci per trascorrere le vacanze poco serenamente quindi in modo interessante. Ogni volume contiene una spada puntata verso il lettore. Leggere sarà un duello con l’intelligenza. Ma sarà anche divertente.

Fantascienza. René Barjavel (1911-1985) è autore poco noto in Italia, confinato alle collane di fantascienza fino a quando l’Orma editore non ha deciso che era tempo di cambiare rotta. In Sfacelo, appena uscito, siamo in una Francia distopica semidistrutta da una catastrofe ecologica. Regna il caos. Uno sparuto gruppo di ribelli fa rotta verso la Provenza per fondare una società libera dagli errori del passato. Come mai Barjavel ha avuto un rapporto così difficile con l’editoria italiana? Ipotizziamo: per motivi politici. Dopo la Liberazione di Parigi Barjavel viene accusato di collaborazionismo dal Comité national des écrivains (CNE) nel 1944-1945. Scagionato, dirigerà la casa editrice Denoël fino all’assassinio di Robert Denoël avvenuto il 2 dicembre 1945. Anche Denoël era stato accusato di collaborazionismo e costretto a dimettersi.

Noir. Raymond Chandler non ha bisogno di presentazioni. Lasciate perdere i ridicoli detective da bestseller e buttatevi sulla nuova edizione del classico Il grande sonno (Adelphi). Capirete alla prima pagina la differenza abissale tra un noir e i gialletti che infestano le classifiche. Ultima indagine di Philip Marlowe in una Los Angeles cupissima, popolata da donne fatali.

A sangue freddo. Impossibile etichettare A sangue freddo: romanzo, reportage, memoir? Che importanza ha? Nessuna. Truman Capote ricostruisce l’omicidio di una famiglia nelle campagne desolate del Kansas, si invaghisce di uno degli assassini, assiste alla sua esecuzione. Al lettore si ferma il sangue nelle vene: ogni pagina è un passo verso l’abisso dell’anima. Nuova traduzione di Alberto Rollo per Garzanti appena uscita.

Fede. Georges Bernanos è il più grande scrittore cattolico del XX secolo? Inutile stilare classifiche anche perché “cattolico” è una etichetta che sta stretta all’autore de L’impostura, romanzo appena pubblicato da GOG. L’uomo abbandona Dio e Satana se la ride. I dilemmi dell’apparentemente santissimo padre Cenabre assumono valore universale: quanto può durare una società priva di fede? Risposta di Bernanos: nessuna civiltà è mai sopravvissuta alla fine della propria religione. Con tanti saluti all’Occidente secolarizzato.

Musica. Lou Reed è stato un musicista, un poeta e un personaggio che ha reso New York la capitale del mondo, almeno per un certo periodo. Anthony DeCurtis scrive la migliore biografia sul cantante dei Velvet Underground: A Walk on the Wild Side. Vita e opere di Lou Reed (Caissa Italia).

Biografia. Da leggere la monumentale biografia Oscar. Vita di Oscar Wilde (Utet) di Matthew Sturgiss. Wilde non era un semplice esteta ma uno scrittore convinto che la vita imitasse l’arte e che il progresso, qualunque cosa significhi questa parola, fosse in mano a pochi uomini capaci di osare. Lui osò. Sfidò le convenzioni. La relazione omosessuale che lo condusse in carcere non cambiò il suo affetto sincero per la moglie, l’amore travolgente per i figli (che gli furono disumanamente negati) e la lealtà perfino nei confronti di chi lo aveva tradito.

Per finire quattro segnalazioni rapide. Nel Chaier (La nave di Teseo) di Michel Houellebecq trovate una antologia di saggi sul grande scrittore francese ma anche suoi scritti rari o inediti come l’articolo in cui si dichiara conservatore. Statale 106 (minimum fax) è un reportage di Antonio Talia sulle strade della ‘ndrangheta: si apprezza anche per la scrittura mai scontata. Il muro di Berlino e i suoi calcinacci (Tramedoro) di Leonardo Facco è interessante perché non si ferma al ricordo del 1989 ma ci mostra quanto il socialismo in forme più o meno dichiarate sia ancora vivo e vegeto, specie in Sudamerica. La biografia Arthur Cravan. Una strategia dello scandalo (Johan & Levi) di Maria Lluisa Borràs presenta al lettore italiano un personaggio quasi sconosciuto eppure ben noto nel resto del mondo. Cravan è stato boxeur, poeta e truffatore. Genio della provocazione per la provocazione, lascia poche opere ma una serie di incredibili avventure in tutto il mondo fino alla misteriosa scomparsa in Messico. Dada e surrealismo non esisterebbero senza il suo esempio.

Alessandro Gnocchi, 26 dicembre 2019

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