10 pensieri sulla dittatura del buonismo

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1. Non c’è alcuna emergenza. Se il governo non sa lavorare senza emergenza rassegni le dimissioni. Un governo che crea un’emergenza che non c’è è un governo anti-costituzionale.

2. Il governo nato contro i pieni poteri vuole il potere assoluto, lo stato d’emergenza, i poteri speciali perché loro sono buoni. Come Jeeg Robot. Non c’è niente da fare: viviamo in una perenne condizione di strisciante totalitarismo e la fonte di questo disagio della civiltà è la subcultura di massa da cui rampollano tutti i miti peggiori della modernità.

3. Verrà la dittatura dei buoni sentimenti. E sarà la peggiore.

4. Il liberalismo non è una dottrina dei diritti ma una teoria della libertà che oppone seri limiti al potere. Non dimenticatelo mai, altrimenti perderete diritti e libertà.

5. Siamo tutti contenti per i fondi europei. Resta la sensazione, avvertita da pochi, di aver fatto la questua.

6. Con i fondi europei riusciamo a finanziare per altri due anni la decrescita felice e il socialismo di Stato, poi ci toccherà rifare la questua.

7. A me piace come la Merkel governa l’Italia.

8. La scuola non potrà riaprire fino a quando il governo non smetterà di colpevolizzare i cittadini per la diffusione del Covid e non dirà che il controllo dell’epidemia dipende da una sicurezza relativa del metodo sanitario del tracciamento. Non siamo un paese serio ma un paese che per convenienza e per ignoranza crea alibi e miti che inevitabilmente diventano commedie e tragedie.

9. Se i banchi rotanti sono, come dice la ministra, “didattica innovativa” allora Aristotele, che faceva lezione passeggiando, non aveva capito un cazzo.

10. Prima per insegnare serviva: laurea, abilitazione, concorso.

Poi: laurea, abilitazione.

Quindi: laurea.

Oggi: iscrizione all’università.

Conclusione: scuola finita, sfinita, esaurita.

Ciao ciao.

Giancristiano Desiderio, 27 luglio 2020

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